“Vietato Scopare” non è solo un titolo che ti strappa una risata o un’esclamazione indignata – è un manifesto, una provocazione, un cortocircuito linguistico e culturale. È il nuovo singolo di una band che non ha paura di entrare a gamba tesa su uno dei temi più scivolosi e surreali dell’era digitale: il sesso, o meglio, la sua assenza.
Il brano si presenta come una cavalcata indie rock alla Strokes, energica e ritmata, ma sporcata (in senso buono) da una drum machine incalzante e un synth finale che sembra voler chiudere tutto in una bolla post-internet, tra meme e alienazione. Ma è nel testo che si gioca la partita vera.
Il gruppo parte da una serie di domande volutamente ingenue:
> “Fare sesso? Fare l’amore? Accoppiarsi? Condividere un’intimità? Ma che cazzo significa tutto questo?”
Un elenco di formule che nella loro banalità linguistica svelano l’ansia contemporanea nei confronti della sessualità, vissuta sempre più come prestazione, inadeguatezza o frustrazione. E da qui il salto logico – e ironico – verso il mondo degli Incel, quei maschi eterosessuali “involontariamente celibi” che trovano rifugio in forum come il Forum dei Brutti, dove l’odio verso sé stessi si trasforma spesso in odio verso gli altri.
La band si cala nei panni di questi utenti, ma non li deride: li imita, li esaspera, ne fa una caricatura proprio per mostrare quanto assurda – e tragicamente reale – sia la loro condizione. Il tono è leggero, sarcastico, ma mai superficiale. È un gioco, sì, ma un gioco che graffia.
“Vietato Scopare” è un brano che spinge a farsi domande scomode ridendo, a riflettere su quanto poco sappiamo – o vogliamo sapere – della nostra intimità. E lo fa con uno stile riconoscibile, libero, diretto. In poche parole: è punk.
Ascolta "Vietato Scopare"
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