In un’epoca che trasforma tutto in spettacolo, persino il dissenso, “Benvenuti alla festa” è una ghigliottina che cala netta sui sorrisi di plastica dei media, sull’ipocrisia dei salotti buoni, sulla repressione che cambia nome ma non sostanza. Il pezzo è ruvido, diretto, senza fronzoli: non chiede il permesso, non fa sconti, non cerca approvazione. Sputa verità e se ne frega delle conseguenze.
Il video accompagna il brano senza edulcorarne il messaggio: immagini e suono lavorano insieme per restituire quel senso di oppressione quotidiana, di controllo mascherato da informazione, di brutalità normalizzata. È punk nel senso più puro del termine: disturbare, dividere, risvegliare.
I Ganzi & Rozzi non sono una band “revival”. Non stanno rientrando in scena per cavalcare mode o ricordi. Stanno semplicemente continuando un discorso mai chiuso. Nati a Pisa nei primi anni Novanta, hanno attraversato decenni di underground senza mai perdere l’urgenza di dire le cose come stanno. Oggi si preparano a festeggiare i 30 anni di attività con un nuovo album previsto per il 2026: non un traguardo, ma un altro punto di partenza.
La formazione attuale vede Joe alla voce, Paolo Zuccarini alle chitarre, Pibe al basso e ai cori, Eri alla batteria e ai cori. Quattro persone, una direzione: fare rumore quando il silenzio diventa complicità.
“Benvenuti alla festa” non è un invito. È una denuncia. È la colonna sonora perfetta per un mondo che balla sull’orlo delle proprie contraddizioni, mentre qualcuno prova ancora a strappare la maschera al circo. Ed è proprio per questo che funziona: perché non è comodo, non è rassicurante, non è addomesticabile.
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