venerdì 5 dicembre 2025

DUSTY EYES – “ECHOCHAMBER” NELLE ZONE OSCURE DELLA MENTE


Con “Echochamber”, i Dusty Eyes tornano con un singolo che scava nelle crepe dell’esperienza umana, là dove la percezione si sfuma, si distorce, si confonde. Un brano che respira dark wave, pulsa di post-punk essenziale e porta con sé un immaginario sonoro sospeso tra malinconia, inquietudine e introspezione. Riff scuri, struttura minimale, un tocco di 80s cinematografico: tutto concorre a costruire un viaggio nella mente, tra echi che rimbalzano e silenzi che finalmente chiariscono.

L’“echo chamber” di cui parla la band è una stanza chiusa, mentale, emotiva. Uno spazio dove i pensieri si moltiplicano fino a smarrire il loro significato.
“In your echochamber of voices so loud, lost in the reverbs” cantano, raccontando quella condizione in cui le pressioni esterne, il rumore, le aspettative e le paure sovrapposte rendono impossibile distinguere il vero dal riflesso. “Clarity is hard to find”: una frase che diventa manifesto di questa epoca confusa, fatta di sovraccarico sensoriale e continue interferenze.

Ma all’interno di questo labirinto mentale, “Echochamber” lancia un invito: fare spazio. Riconoscere ciò che intrappola la nostra voce, ciò che amplifica inutilmente il caos, ciò che ci impedisce di sentire davvero.
“Free from the gum walls that trap our voice, laying in the silence that never lies”.
È proprio il silenzio, in questo brano, a diventare un luogo di verità: la soglia da cui ripartire per ritrovare una direzione, un respiro più puro, “a pure sigh”.

Ad amplificare l’atmosfera claustrofobica e ipnotica del pezzo arriva anche un videoclip tratto da una performance live: essenziale, crudo, diretto. Nessuna costruzione superflua, solo la band in uno spazio ridotto, lasciando che l’energia del palco restituisca la natura più autentica del brano.

Chi sono i Dusty Eyes

I Dusty Eyes nascono nel 2021 a Latina dall’incontro tra Alessandro Duprè (voce) e Andrea Giovanetti (batteria). Al nucleo originario si uniscono poi Daniele Todino al basso e Filippo Franzè alla chitarra, ampliando e contaminando la scrittura del progetto. Il loro stile affonda le radici nel post-punk e nell’alternative rock, ma porta ancora con sé un filo di immaginario country-folk, residuo del primo approccio compositivo della band. Non a caso, il nome Dusty Eyes richiama la polvere degli scavati dell’America rurale: un simbolo di ricerca, fatica, autenticità.

Con “Echochamber”, la band conferma la propria capacità di intrecciare introspezione e tensione sonora, consegnando un pezzo che parla dei nostri luoghi interiori più fragili, dove il rumore confonde, ma il silenzio — finalmente — rivela.

Ascolta “Echochamber”


  1. https://youtu.be/LIpkwGMmxEk?feature=shared

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