giovedì 18 dicembre 2025

Dopo lo stop della censura, i The Dopplers pubblicano finalmente “Matilda semitica”


Con "Matilda Semitica" i The Dopplers fanno quello che il punk dovrebbe fare sempre: prendere un tema scomodissimo, caricarlo di ironia feroce e lanciarlo addosso all’ascoltatore senza paracadute. Tre accordi, sarcasmo a mitraglia e un testo che non chiede permesso a nessuno.

Il brano gioca apertamente con simboli religiosi, identità culturali e memoria storica, mescolando il grottesco al tragico. Matilda è una figura caricaturale e disturbante: figlia privilegiata, immersa in rituali, tradizioni e contraddizioni che vengono esasperate fino alla farsa. I riferimenti sono diretti, a volte volutamente sopra le righe, e proprio per questo impossibili da ignorare.

Musicalmente il pezzo è una scheggia punk rock secca e immediata, con un ritornello che resta incollato al cervello e un bridge che rielabora Hava Nagila trasformandolo in un momento di tensione straniante, quasi da coro da stadio sull’orlo dell’esplosione. Una scelta che spiazza e amplifica il senso di disagio voluto dalla band.

Ma "Matilda Semitica" non è solo provocazione fine a sé stessa. Sotto la superficie irriverente emerge un cortocircuito continuo tra festa e tragedia, orgoglio e violenza, tradizione e guerra. Il finale, esplicito e brutale, chiude il cerchio senza addolcire nulla, lasciando l’ascoltatore con più domande che certezze.

I The Dopplers dimostrano di non avere paura di sporcarsi le mani, né di attirare polemiche. Questo brano divide, urta, fa incazzare — e va benissimo così. Il punk, quando è vivo, non consola: disturba.

Ascolta Matilda semitica su Spotify e preparati a non restare indifferente.

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