I Post Seasons arrivano da Bergamo e, fin dal primo ascolto, è chiaro che non hanno alcuna intenzione di essere la band più precisa del mondo. Né la più tecnica. E sicuramente non la più sobria. Ma chi se ne frega? Loro puntano a qualcosa di molto più raro: quella scintilla emotiva che trasforma un coro urlato in un manifesto, un ritornello imparato dopo due birre in un ricordo che resta attaccato addosso.
“New Sensation” è il loro primo singolo, ma suona come il frutto di una lunga vita passata tra locali sudati, dischi consumati e amicizie forgiate nel rumore. Tipo i New York Dolls, ma senza lustrini e con più Braulio; veterani dell’indie che non hanno ancora imparato a suonare in silenzio, né sembrano intenzionati a farlo. Troppo tardi per essere i Replacements, troppo cinici per essere i Jets To Brazil, e probabilmente troppo testardi per smettere.
Il riff d’apertura non è un plagio: è una dichiarazione d’intenti. Un colpo al cuore della tradizione punk più romantica, quel punto esatto in cui lo sfogo incontra la melodia e tutto diventa un po’ più vero. “New Sensation” procede così, a muso duro ma con il sorriso storto, mescolando poesia e distorsione come se fossero sempre dovute stare insieme.
Alla produzione c’è Federico Inguscio, batterista dei Lowinsky, che incanala il caos dei Post Seasons senza addomesticarlo: l’energia rimane grezza, viva, rumorosa, proprio come dev’essere.
Se cercate tecnica, compostezza o educazione, passate oltre.
Se invece credete che il punk possa ancora emozionare, urlare, ridere e ferire nello stesso minuto, “New Sensation” è la vostra nuova ossessione.
Nessun commento:
Posta un commento