Con In Your Gaze, i 217 fanno un passo netto fuori dal recinto dell’hardcore tradizionale. La band abruzzese — attiva dal 2018 e cresciuta tra palchi, tour europei e un EP d’esordio diventato rapidamente oggetto di culto underground — torna con un full-length che non si limita a confermare quanto già dimostrato, ma ridefinisce il loro stesso linguaggio. Pubblicato da Time To Kill Records, l’album si posiziona come una dichiarazione di identità, un manifesto che si muove tra violenza emotiva, tensione spirituale e un’oscurità che non deriva dal cinismo, ma dal tentativo di scavare più a fondo.
L’hardcore rimane il motore primario, ma la fisionomia sonora del disco è molto più complessa: negli undici brani originali (più una cover dei Growing Concern), la band intreccia l’energia diretta dell’old-school (Negative Approach, Slapshot, Bad Brains, Chain of Strength) con le atmosfere torve e introspettive del gothic rock e dell’alternative anni ’90. Non è una fusione “di superficie”: In Your Gaze suona come un organismo unico, dove breakdown e aperture melodiche non convivono per contrasto ma per necessità espressiva.
La new wave of alternative hardcore che i 217 rivendicano è esattamente questo: una riconnessione con l’urgenza fisica dell’hardcore, ma libera dalle sue rigidezze formali, e messa in dialogo con le narrazioni interiori del dark rock più visionario (Bauhaus, Into Another, Killing Joke), fino a toccare i territori nervosi e abrasivi dei Melvins o l’intensità sofferta dei Life of Agony.
Al centro del disco c’è il conflitto dell’individuo contemporaneo: l’isolamento che mastica lentamente le relazioni, la tensione tra l’istinto di fuga e il bisogno di radici, i nodi identitari che emergono tra lutto, riappropriazione del corpo, responsabilità e memoria. Non è un disco che predica: è un disco che mette in scena, nel corpo sonoro, le fratture che descrive.
Brani come “The Day My Father Died”, “Zenit” o “Wandering Body” funzionano come passaggi di una stessa metanarrazione emotiva, mentre “You Can Get Rid of the Past!” — accompagnato da un videoclip che riflette sul distacco e sulla riconciliazione col sé — diventa la loro presa di posizione più netta: il passato non si cancella, si attraversa.
La band, dopo una storia fatta di accelerazioni e pause forzate, ritorni e riassemblaggi, suona oggi più consapevole, più compatta e più determinata. Il quartetto non cerca più di appartenere a una scena: cerca di definirne una possibile nuova forma.
“In Your Gaze” è un disco che parla della ricerca di un centro in mezzo al caos.
Ed è un disco che non ha paura di guardarti indietro, dritto negli occhi.
Prime date del tour
A novembre e dicembre la band presenterà il disco tra Italia ed Europa, con release party a Pescara e tappe in club, centri sociali, bar e piccoli festival — spazi coerenti con la natura comunitaria e ancora visceralmente DIY del progetto.
Ascolto / Acquisto
Video You Can Get Rid of the Past!: https://youtu.be/iqA6p7LetFM
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