giovedì 30 ottobre 2025

RIOTS – “Death In Blue Jeans”La Morte veste denim e balla con noi


Con “Death In Blue Jeans”, i Riots firmano un nuovo rituale sonoro: oscuro, viscerale e sorprendentemente ironico. Il brano, pubblicato il 24 ottobre per Sangue Acido Dischi, è una corsa contro il tempo che si trasforma in danza: un ballo sfrenato con la Morte, elegante e indifferente, che si presenta senza preavviso e non chiede permesso.

Tra post-punk, surf rock e un’anima ‘90s dalle tinte spooky, la band marchigiana costruisce un immaginario sonoro ruvido e cinematografico. È come se la cavalcata della Morte avvenisse non su un destriero, ma su uno skateboard lanciato nel buio. Un viaggio disturbante e magnetico che affonda le radici nelle influenze di Fontaines D.C., The Doors, Wunderhorse e nel grunge più decadente, riletto con uno spirito moderno e personale.

Want your last words to be: oh she looks great in those jeans.”
Doesn’t care if you’re ready or not, it will pass and then she’ll breathe an amen.”


Dentro “Death In Blue Jeans” convivono il ritmo incalzante della batteria di Andrea (anche autore dei testi), il basso elegante e aggressivo di Alessandro e le chitarre taglienti di Federico, che presta anche una voce suadente e spettrale, guida ipnotica in questo rituale sonoro. La produzione, curata da Andrea presso i CAG Studios di Fabriano, esalta ogni sfumatura, lasciando che il suono resti crudo ma carico di tensione.

L’estetica visiva del progetto completa il quadro: poster horror vintage, toni blu e verdi, luci fredde e suggestioni cinematografiche, fedeli a un’identità ribelle, dark e ironicamente umana.
Con “Death In Blue Jeans”, i Riots non si limitano a parlare della Morte — la invitano a ballare. E quando la musica finisce, resta solo un respiro.
Un amen nel buio.


Biografia

Nati tra le colline marchigiane, i Riots sono la voce di una generazione sospesa tra rabbia e poesia, tra il desiderio di fuga e il peso della provincia.
Il trio – Federico (voce e chitarra), Andrea (batteria, backing vocals, synth) e Alessandro (basso e backing vocals) – fonde alternative rock, punk, post-punk, grunge, garage e shoegaze, creando un suono denso di contrasti e di emozione.

Nei loro testi convivono amore e repulsione, politica e introspezione, terra e alienazione. Dal vivo, ogni concerto è un’esperienza catartica e cinematografica, dove energia e visione si fondono in un unico corpo sonoro.

Con quattro singoli e numerose esperienze live – tra cui la direzione del palco all’UrGENZa Fest – i Riots si confermano una delle realtà più autentiche e magnetiche della nuova scena underground italiana.

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