Il 18 ottobre Madrid è stata avvolta da una coltre di fumo, fuzz e vibrazioni doom: sul palco della sala Starving, nel quartiere del Pilar, i Nethervault hanno registrato dal vivo il loro primo album, trasformando un concerto in un autentico rituale sonoro.
La band nasce nel 2019 durante l’ultima edizione del Sonic Blast di Moledo, quando Fran (basso e voce) e David (chitarra), ispirati dai concerti di Windhand e Monolord, decidono di dare forma a un nuovo progetto. Dopo una prima demo omonima nel 2021, la formazione si completa con Javi alla batteria e Carmen alla voce e ai sintetizzatori, definendo così l’identità definitiva del gruppo.
Dal debutto dal vivo nel 2023 insieme ai connazionali Santa Planta, i Nethervault si sono imposti come una delle realtà più solide della scena stoner doom spagnola. Hanno calcato i palchi di festival come il Gravestone Fest, suonato con Red Eye, Wet Cactus e Rosy Finch, e nel 2025 hanno condiviso la scena con nomi di caratura internazionale come Belzebong, Black Pyramid e Messa, esibendosi in locali storici dell’underground madrileno come La Wurlitzer, Barracudas e Gruta 77.
Il loro suono affonda le radici nei riff lenti e pesanti di Monolord, Conan ed Electric Wizard, ma si arricchisce di atmosfere ipnotiche e stratificazioni elettroniche che rimandano a Wolvennest e Windhand. Il risultato è un doom denso e magnetico, dove la potenza dei riff incontra la dimensione spirituale e visionaria delle voci e dei synth.
Dopo i singoli “Hiraeth” (2023) e “Sons of Sabbath” (2024), la registrazione dal vivo del 18 ottobre rappresenta il coronamento di un percorso di crescita e la nascita ufficiale del loro album d’esordio.
Più che un concerto, è stata un’esperienza collettiva, un rito doom che promette di lasciare il segno nella scena heavy europea.
Madrid è pronta a sprofondare nella nebbia dei Nethervault.
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