mercoledì 26 novembre 2025

ECZEMA – “Diagnosi” Tutti medici con la vita altrui“La gente ti saluta! Diagnosi! E intanto ti scruta! Diagnosi! E poi ci ricama! Diagnosi!”


Con “Diagnosi”, gli Eczema tornano a colpire con la loro miscela di punk rock appuntito e ironia corrosiva, puntando il dito contro una delle malattie più diffuse della contemporaneità: la mania di etichettare tutto e tutti.

Fin dal primo ascolto, il brano si presenta come un manifesto di autodifesa dalla tossicità sociale. Quelle “diagnosi” ripetute nel ritornello sono il coro giudicante che tutti conosciamo: familiari, amici, colleghi, sconosciuti… sempre pronti a stabilire cosa dovremmo essere, come dovremmo vivere, perché dovremmo cambiare. Gli Eczema ribaltano questo meccanismo con sarcasmo e ritmo, trasformando un’esperienza comune in un inno punk di liberazione.

Il videoclip: un ambulatorio dell’assurdo

Nel videoclip, ambientato in uno studio medico grottesco e surreale, una parata di “referti umani” mette in scena la diagnosi come spettacolo: ognuno diventa un caso clinico da classificare, un corpo da esaminare secondo le aspettative degli altri. Un’estetica volutamente esagerata che mostra quanto sia malata la nostra ossessione per analizzare, commentare e giudicare ciò che non ci riguarda.

Con questa uscita, gli Eczema proseguono il cammino avviato con l’album d’esordio “Diagnosi” (agosto 2024), dove la malattia, la corporeità e il disagio diventano metafore di una società contraddittoria e ipercritica. Dal 2022, anno della loro nascita in Sardegna, la band intreccia musica, ironia tagliente e critica sociale in un linguaggio che mescola post punk, hardcore, pop punk e incursioni hard rock.

Dopo i singoli “Insulina” (2023) e “Diarrea” (2024), e dopo un primo album ricco di riferimenti – come l’omaggio a Haruki Murakami in “Sulla spiaggia” – il nuovo singolo ribadisce l’identità del gruppo: provocatorio, viscerale, consapevole.

Il 2025 segna anche la consacrazione dal vivo degli Eczema: dall’apertura ai Punkreas a Sarroch il 14 settembre, fino alla finale nazionale del Sanremo Rock & Trend 2025 sul palco del Teatro Ariston. Un percorso in crescita che conferma la band come una delle realtà più interessanti e sfrontate del punk rock italiano contemporaneo.

“Diagnosi” è disponibile su tutte le piattaforme digitali: una dose concentrata di rabbia lucida, sarcasmo e identità.
Perché, alla fine, l’unica diagnosi che conta è quella che scegliamo di darci noi stessi.








martedì 25 novembre 2025

Luke Style torna con Le regole della sete: ironia, imbarazzo e verità in un bicchiere


Dopo l’energia tesa e pulsante della riflessione socio-politica di Uccideremo la democrazia, Luke Style torna con un’altra tessera del mosaico che comporrà il suo album d’esordio da solista, atteso per il 2026. Il nuovo singolo, Le regole della sete, esce venerdì 21 novembre 2025 e conferma la direzione di un artista che non ha paura di raccontare le crepe dietro la superficie.

Musicalmente il brano si muove tra pop rock e rock alternativo, oscillando con naturalezza tra potenza e introspezione. È un pezzo che vive in bilico: energico ma fragile, leggero ma affilato. “Le regole della sete è un viaggio tra l’imbarazzo e l’obbligo di connessione”, racconta Luke Style. “Parla di quel momento sospeso in cui devi rompere il ghiaccio con sconosciuti, cerchi le parole giuste ma inciampi nei soliti luoghi comuni”.

Ed è proprio lì, in quell’imbarazzo così umano, che la canzone trova la sua verità. Le regole della sete diventa la colonna sonora di quelle serate in cui un bicchiere — o la scusa di tenerne uno in mano — è tutto ciò che serve per abbassare un po’ la guardia e sentirsi più autentici, anche solo per pochi minuti. Ironia e malinconia si intrecciano mentre il brano osserva con delicatezza il tentativo universale di sembrare a proprio agio nel mondo degli altri, scavando nella vulnerabilità nascosta dietro le nostre maschere quotidiane.

Ascolta Le regole della sete
YouTube 





Prossime date

27 novembre – Joshua Blues Club, Como


BIO

Luke Style è un musicista attivo da oltre vent’anni. Ex membro dei The Styles (2005–2009), ha calcato alcuni dei palchi più importanti d’Italia, collaborando con J-AX e aprendo concerti per artisti del calibro di Deep Purple, Vasco Rossi, The Fratellis e Iggy Pop. Oggi prosegue il suo percorso come artista indipendente, mescolando rock energico, scrittura sincera e melodie senza filtri.

Dopo La ballata delle rose, chiude il 2025 con i singoli Uccideremo la democrazia e Le regole della sete, anticipazioni del suo primo album solista in uscita nel 2026.

WITH LOVE “Yours, Truly” – Un pezzo di storia dell’hardcore italiano finalmente su vinile


Green Records e Shove Records uniscono le forze per riportare alla luce una delle testimonianze più importanti dell’hardcore italiano: “Yours, Truly”, una raccolta monumentale che celebra i With Love, band imprescindibile della scena tra la fine dei ’90 e i primi Duemila.
Il doppio LP – in uscita il 14 gennaio 2026 in sole 300 copie – è ora disponibile in preorder su Shove Records.

Ascolta “I'll Breath In The Water” – uno dei brani più iconici e intensi della band, tratto da I Love Cul de Sac – direttamente sulla pagina del preorder.


Per chi ha vissuto quegli anni, i With Love non sono solo una band: sono un ricordo fisico.
Sono il sudore dei centri sociali, le urla che diventano catarsi, le chitarre che crollano addosso come frane emotive. Riff convulsi, batteria fuori controllo, cambi di ritmo imprevedibili e la voce disperata e febbrile di Nico Vascellari: una miscela in anticipo sui tempi, capace di mescolare screamo, post-hardcore e tensione emotiva fino a creare qualcosa di totalmente proprio.

“Yours, Truly” raccoglie i primi due album della band – per la prima volta su vinile – insieme a brani dallo split con Mindless Collision, al singolo “Wolf In Modern Fairytales” e a un inedito esclusivo.
Non una semplice ristampa, quindi, ma un vero e proprio documento storico: un atto di memoria, di riconoscenza e di resistenza.+

Le parole di Giulio Repetto (Green Records) riportano direttamente alle radici:

Martedì 3 giugno 1997. Io e Nico eravamo nel magazzino di Green Records a Padova… Ricordo le pizze, le scatole, la sensazione che qualcosa stesse nascendo. I With Love portavano qualcosa di nuovo, viscerale. A distanza di un quarto di secolo, finalmente diamo ai loro primi due dischi la vita che meritano: quella su vinile.”

Un cerchio che si chiude anche per Manuel Piacenza (Shove Records):

Credo di aver visto i With Love per la prima volta al Two Days of Struggle Festival, tra il ’96 e il ’97. Trent’anni dopo, questa uscita è un cerchio che si chiude. È un progetto nato dal desiderio di recuperare e valorizzare il materiale che ha segnato la scena hardcore italiana. Questo disco si riassume in una parola: emozione.”



Il lavoro di rimasterizzazione è stato affidato a Carlo Altobelli (Toxic Basement Studio), che restituisce ai brani la loro potenza primordiale senza tradirne l’urgenza originaria.

Edizioni disponibili

“Yours, Truly” sarà stampato in tre varianti limitate:

125 copie in vinile blu

125 copie in vinile argento

50 copie in vinile argento/blu splatter


Una tiratura ridotta, pensata per chi ama collezionare, ma soprattutto per chi quei dischi li ha vissuti o li ha scoperti dopo, riconoscendo nei With Love una band destinata a parlare anche alle generazioni successive.


Non è nostalgia. È riconoscimento.
È la consapevolezza che certe band non scompaiono: sedimentano, influenzano, rimangono come ferite luminose nella memoria collettiva di una scena.

“Yours, Truly” celebra tutto questo: la furia, il cuore, le contraddizioni, la fragilità e la potenza di un’epoca che i With Love hanno raccontato come pochi altri.

Preorder disponibile ora su Shove Records
Uscita ufficiale: 14 gennaio 2026


lunedì 24 novembre 2025

Silly Sam torna con "Antifragile" il singolo che trasforma le cadute in rinascite «100 volte a terra, in piedi 101»


Dall’incontro tra un rap contaminato di pop punk e nu metal e le teorie del matematico e filosofo Nassim Nicholas Taleb nasce Antifragile, il nuovo singolo di Silly Sam. Un brano che non si limita a fotografare il caos, ma lo abbraccia: ogni urto diventa carburante, ogni crepa un punto da cui ripartire più forti.

Con una sincerità spiazzante, Silly Sam si immerge in una storia profondamente autobiografica, fatta di cadute, collisioni e ripartenze. Ma qui non c’è autocommiserazione: c’è la consapevolezza che l’essere umano è un sistema antifragile, capace di trasformare gli imprevisti in occasioni di crescita. È questo il cuore pulsante di Antifragile, prodotto da Charlie Amendola e Andrea Caccese, naturale prosecuzione del percorso iniziato con PVC (2024) e con i singoli successivi, sempre più orientati verso introspezione e profondità emotiva.

Guarda il videoclip:





Il Dammi un Secondo Tour – le prossime date

7 dicembre – Pogue Mahone’s, Milano (release party di Antifragile, con Vince)

19 dicembre – Mamamu, Napoli (con NoDRIP)

21 dicembre – Pank Rabbit, Frascati – Roma


Chi è Silly Sam

Classe 2002, Samuele Buchsbaum, in arte Silly Sam, nasce artisticamente nella scena hip hop udinese prima di trasferirsi a Milano, dove nel 2020 inizia a fondere il rap con le nuove estetiche pop punk. Con testi affilati come lame e una scrittura capace di affrontare temi scomodi con una dose rara di empatia, Silly Sam prova a portare luce e positività a chi si sente “sbagliato”, facendo battaglia a pregiudizi, polemiche e critiche.

Il suo mix esplosivo di flow rap e energia pop punk lo ha portato nelle playlist editoriali di Spotify, da sanguegiovane a New Music Friday Italia. Dal vivo ha macinato chilometri tra Nord e Centro Italia, partecipando a eventi come Emo Night, Punk Rock Night, Pop Punk Mosh Party, FestivalPark e All The Punx Kids, condividendo il palco con realtà come Sunset Radio, WEL, xDiemondx, Il Pagante, Eyes Set to Kill, Psycho Village e Logan17.
Conduce inoltre il programma “Punk it Up” su Radio Tausia.

Dopo il suo primo vero tour, il PRIMƏVERƏ TOUR nel 2024, nel 2025 parte il nuovo Dammi un Secondo Tour.

Credits

Testo: Samuele Buchsbaum

Musica: Charlie Amendola, Andrea Caccese

Produzione: Charlie Amendola, Andrea Caccese

Copertina: Manuel Calisti

Videoclip: Manuel Calisti

LOW-L FEST 2026 19/20/21 giugno – TOO, Piacenza Tre giorni, due palchi, 25 band e una promessa: la lineup più folle di sempre


Il LOW-L FEST torna nel 2026 con la sua settima edizione e lo fa in grande stile: tre giorni di musica, oltre 25 band, due palchi, DIY, talk, food & beverage e una nuova casa, il TOO di Piacenza (via XXIV Maggio 51). L’appuntamento è fissato per il 19, 20 e 21 giugno, e l’atmosfera che si respira già ora è quella delle grandi occasioni.

A confermarlo ci sono i numeri: gli abbonamenti Blind Ticket sono andati sold out in poche ore, segno che la community del festival non vede l’ora di tornare sotto (e sopra) il palco. Ma niente panico: la seconda release sta per arrivare su lowlfest.bigcartel.com, insieme a un primo grande annuncio che promette di muovere parecchia polvere.
Per chi punta a un’esperienza più mirata, i biglietti giornalieri saranno disponibili su dice.com.


L’edizione 2026 del LOW-L FEST si prepara a essere una delle più feroci, sudate e imprevedibili di sempre. La domanda ora è inevitabile: chi salirà sul palco piacentino a giugno?
La risposta arriverà molto presto. Nel frattempo, tenete le Dr. Martens allacciate e il calendario libero: l’estate punk-hardcore italiana sta per riaccendersi.


giovedì 20 novembre 2025

TLA chiudono la trilogia con “Soggetto Instabile”: una confessione sotto la maschera


Atmosfere cupe, malinconia che scava e un’urgenza emotiva impossibile da ignorare: “Soggetto Instabile” è il terzo e ultimo tassello della trilogia di singoli che i TLA, band vicentina, hanno pubblicato nel corso del 2025. Un percorso che ha mostrato la loro parte più fragile, più diretta, più autentica.

Viviamo in un mondo che ci impone di apparire solidi, impeccabili, sempre pronti a dimostrare qualcosa. Ma cosa succede quando la maschera cade? È da questa domanda che nasce “Soggetto Instabile”, un brano che parla del desiderio profondo di essere visti per ciò che siamo davvero, senza coperture, senza filtri, senza la paura di mostrare le fessure della nostra armatura quotidiana.


La canzone si rivolge a chi sente di dover trattenere un urlo sotto pelle, a chi conosce bene il peso delle insicurezze e delle aspettative. Se sotto la tua maschera c’è qualcuno che grida, allora questa canzone è anche la tua.

Anche per questo capitolo conclusivo, la band ha scelto di collaborare con l’artista Marco About per la copertina, mantenendo una coerenza visiva che ha accompagnato l’intera trilogia. La registrazione porta ancora una volta la firma di Andrea “Spazza” Rigoni dei Derozer, garanzia di un suono pulito, deciso e fedele all’attitudine dei TLA.

Venerdì 21 novembre la maschera si può finalmente lasciare cadere:
Soggetto Instabile” arriva su tutte le principali piattaforme digitali.
Pronti a mostrarvi per come siete davvero.





Good Morning Cernobyl’ tornano con “Murderer City”: il nuovo singolo è un inno oscuro all’alienazione urbana




ASCOLTA “MURDERER CITY”!




I Good Morning Cernobyl’ pubblicano “Murderer City”, un singolo che affonda lo sguardo nel cuore corrotto della metropoli contemporanea. Una città assassina, che inghiotte identità, desideri e immaginazione in nome di un’omologazione imposta dal sistema. Un sistema che promette redenzione, efficienza, routine — ma che in realtà paralizza e anestetizza.


Le strofe, dal cantato marziale e ripetitivo, evocano una folla di lavoratori-soldati che avanzano verso i “non-luoghi” della produzione: fabbriche, uffici, corridoi di vetro e neon. È la marcia quotidiana di chi sacrifica un pensiero a ogni passo, mentre il testo — un flusso spezzato e allucinato — racconta il delirio di una mente svuotata, che continua a funzionare per inerzia.

Nella “Murderer City”, insegne luminose e strade affollate non sono simboli di vitalità, ma trappole: l’esca perfetta di un inganno collettivo. Promettono opportunità, ma dietro si nasconde una piovra che stritola ogni residuo di libertà e autenticità.

Scritto nel 2018 e recentemente rielaborato, il brano segna un cambio di pelle per i Good Morning Cernobyl’. Il punk ’77 delle prime pubblicazioni lascia spazio a un sound più oscuro, viscerale e industriale, in cui si sentono le ombre dei Killing Joke e la tensione sperimentale dei Throbbing Gristle.

La città di “Murderer City” sembra prendere vita tra nebbia, cemento e catene di montaggio: una colonna sonora perfetta per un’alba fredda in cui la macchina urbana ricomincia a divorare i suoi abitanti.

Nati a Perugia nel 2018, i Good Morning Cernobyl’ hanno portato avanti fin dall’inizio un approccio diretto e ruvido al punk cantato in inglese. Dopo l’EP omonimo del 2020 e lo split “Coverbyl #1 – Playing the Lockdown” (2021), la band ha pubblicato nel 2023 l’album “No Time to Fear”, seguito dalla cover “Bite It You Scum” di GG Allin e da un tour in Germania, tra Berlino e Lipsia.

Nel 2024 entrano nel roster Sorry Mom!, pubblicando i singoli “Brave New People” e “Underfaith”. “Murderer City” è il terzo singolo del 2025 e anticipa il nuovo album previsto per il 2026, che includerà tre inediti aggiuntivi.

Line-up

Giuliano Picciafuoco – voce, chitarra

Massimo Margaritelli – voce, basso

Lorenzo Bonamente – voce, batteria

Gabriele Mameli – voce, chitarra

Flo LeBeau annuncia l’album di debutto “Epilepsy” e pubblica il nuovo singolo “We Need To Talk”


Con il singolo “We Need To Talk”, il cantautore svizzero Flo LeBeau presenta la prima anticipazione del suo album di debutto “Epilepsy”, in uscita nel 2026 per Little Rebel Records su CD, vinile e in digitale.

ASCOLTA IL SINGOLO:




Descritto da Ox Fanzine come “a tiny bit punk”, Flo LeBeau unisce radici folk e attitudine punk in un linguaggio personale e diretto, che in questo nuovo lavoro si arricchisce di sfumature mediterranee e di un approccio più maturo e consapevole.

L’album è stato registrato nella primavera del 2025 agli Ultramarinos Costa Brava Studios, sulla costa mediterranea spagnola. Alla produzione troviamo il duo Santi e Victor Garcia (Not Scientists, Toundra, The Meseeks, Back East, CRIM, tra gli altri), che ha contribuito in modo decisivo al carattere sonoro del disco. Batteria energica e chitarre spagnole conferiscono a “We Need To Talk” un’atmosfera nuova e intensa, in cui si percepisce chiaramente l’influenza dell’esperienza in studio in Spagna.

Con “Epilepsy”, Flo LeBeau apre un capitolo profondamente personale: attraverso la musica affronta la propria esperienza con l’epilessia, con l’obiettivo di sensibilizzare e contribuire alla riduzione dello stigma che ancora oggi circonda questa condizione.

Il singolo “We Need To Talk” è un invito al dialogo — a parlarte di ciò che spesso resta taciuto: tabùt, paure, preoccupazioni, o più nello specifico, dell’epilessia. Con la sua voce sincera e coinvolgente, Flo LeBeau propone un messaggio di empatia, comprensione e apertura.

Cos’è l’epilessia?
L’epilessia è una condizione neurologica caratterizzata da crisi epilettiche ricorrenti.
Una crisi epilettica è una temporanea disfunzione delle cellule nervose nel cervello.t
In Svizzera, circa 75.000 persone convivono con l’epttilessia.
Una persona su 26 sperimenterà una crisi nel corso della vitat.
Molti vivono una vita del tutto normale, ma il pregiudizio e la stigmatizzazione restano diffusi.
Informazione e dialogo sono strumenti fondamentali per atbbattere le barriere.
Prossimi concerti
25 ottobre 2025 – Tattoo Shop, Delémont
13 novembre 2025 – Brienzer Märit, Brienz
29 novembre 2025 – Patiententag Epi Suisse, Lucernatt
1 dicembre 2025 – Café Kairo, Berna (open mic – featured artist)


Artista: Flo LeBeau
Titolo album: Epilepsy
Primo singolo: We Need To Talk
Etichetta: Little Rebel Records
Uscita album: 2026



mercoledì 19 novembre 2025

MOTHER: fuori ora il nuovo singolo e video “Magic Lungs”, primo assaggio del prossimo album


I Mother tornano a farsi sentire con “Magic Lungs”, il nuovo singolo che anticipa l’uscita del prossimo album e segna l’inizio di un nuovo capitolo per la band veneta. Il brano è accompagnato da un videoclip ufficiale già disponibile su YouTube e sarà presto ascoltabile su tutte le piattaforme digitali.

GUARDA IL VIDEO:





Registrata, co-prodotta, mixata e masterizzata da Matteo “Ciube” Tabacco (Dufresne) al Raptor Studio di Vicenza, “Magic Lungs” è stata una delle prime tracce composte per il nuovo disco e ne incarna pienamente lo spirito: un mix di emotività, urgenza e intensità umana. Da sempre i Mother scavano nel post-hardcore e nell’alternative rock anni ’90, contaminandoli con un approccio personale, libero e profondamente istintivo.

“Magic Lungs è una lettera d’amore a chi fa parte della comunità hardcore e underground, sia come partecipante e spettatore sia come artista. È un promemoria su come i valori di questa scena non svaniscano una volta scesi dal palco, ma continuino a vivere nelle persone che la compongono. Per noi è un anthem sull’inclusività dell’underground, quel luogo da sempre accogliente per chi non si sente a casa da nessuna parte”, racconta la band.

Il videoclip, diretto da Marcello Della Puppa (Colibree), vede i Mother immersi in un paesaggio naturale dai toni quasi mistici, circondati da pitture rupestri che rimandano a un immaginario tribale, simbolo delle sottoculture che li hanno cresciuti. Le illustrazioni prendono vita grazie alle animazioni di Saverio Cazzin, mentre i dietro le quinte—pubblicati in anteprima sui social—sono stati curati da Giacomo Carraro. L’artwork del singolo, così come quello del futuro album, nasce dalla collaborazione tra Riccardo Volpe e lo stesso Cazzin.

Nati in provincia di Venezia, i Mother si sono fatti conoscere con il debut EP Love Vision (2019) e con una lunga serie di live che li ha portati su palchi come Venezia Hardcore e Sherwood Festival, condividendo la scena con Blowfuse, Dune Rats, Storm{O} ed Eversor. Dopo il flexi-disc Dillydallying (2020) e il doppio singolo Golden Walls/Heights (2022), la band ha intrapreso un percorso di scrittura e rinnovamento culminato nella realizzazione del primo full-length in arrivo.

Se “Magic Lungs” rappresenta l’evoluzione naturale del sound delle loro prime uscite, le prossime pubblicazioni mostreranno come i Mother abbiano deciso di andare oltre i confini dei generi che li hanno formati, esplorando territori sonori nuovi e inattesi.

Prossimi concerti

14/11 – Rivolta, Marghera (VE)

03/01 – Django, Treviso


Mother sono

Saverio Cazzin – batteria

Giacomo Biasion – chitarra, voce

Axel Franco – basso

Riccardo Volpe – voce

Davide Castegnaro – chitarra, voce



martedì 18 novembre 2025

THE POST SEASONS – “New Sensation” Punk, poesia e zero voglia di stare zitti


I Post Seasons arrivano da Bergamo e, fin dal primo ascolto, è chiaro che non hanno alcuna intenzione di essere la band più precisa del mondo. Né la più tecnica. E sicuramente non la più sobria. Ma chi se ne frega? Loro puntano a qualcosa di molto più raro: quella scintilla emotiva che trasforma un coro urlato in un manifesto, un ritornello imparato dopo due birre in un ricordo che resta attaccato addosso.

New Sensation” è il loro primo singolo, ma suona come il frutto di una lunga vita passata tra locali sudati, dischi consumati e amicizie forgiate nel rumore. Tipo i New York Dolls, ma senza lustrini e con più Braulio; veterani dell’indie che non hanno ancora imparato a suonare in silenzio, né sembrano intenzionati a farlo. Troppo tardi per essere i Replacements, troppo cinici per essere i Jets To Brazil, e probabilmente troppo testardi per smettere.


Il riff d’apertura non è un plagio: è una dichiarazione d’intenti. Un colpo al cuore della tradizione punk più romantica, quel punto esatto in cui lo sfogo incontra la melodia e tutto diventa un po’ più vero. “New Sensation” procede così, a muso duro ma con il sorriso storto, mescolando poesia e distorsione come se fossero sempre dovute stare insieme.

Alla produzione c’è Federico Inguscio, batterista dei Lowinsky, che incanala il caos dei Post Seasons senza addomesticarlo: l’energia rimane grezza, viva, rumorosa, proprio come dev’essere.

Se cercate tecnica, compostezza o educazione, passate oltre.
Se invece credete che il punk possa ancora emozionare, urlare, ridere e ferire nello stesso minuto, “New Sensation” è la vostra nuova ossessione.

Jim Mannez canta l'anniversario dell'attentato al Bataclan, urlando impressioni, memoria e stordimento


Jim Mannez canta l'anniversario dell'attentato al Bataclan, urlando impressioni, memoria e stordimento, con una sensibilità molto personale e intensa, come si confà ai grandi cantautori. Nel 2026 l'uscita dell'album.


Dice Jim: "Era il 13 novembre 2015 e il TG parlava di un attentato al Bataclan, locale storico per la musica live parigina nel quale ero stato giusto qualche anno prima. Lo shock fu grande. Novanta vittime durante il concerto degli Eagles of Death Metal, anche lei band che avevo visto qualche anno prima.
L’identificazione, lo sconcerto, la paura, le lacrime furono istantanei. Lì ci sarei potuto essere anch’io, non sarebbe certo stata una stranezza. Il gruppo americano era alle prese con l’esecuzione del brano “Kiss the Devil” quando tre terroristi iniziarono a sparare sul pubblico. Il senso di fragilità dato da un evento del genere è indescrivibile, quello di appartenenza (a un popolo, quello dei patiti di musica, rappresentato da quei novanta esseri umani uccisi quella sera) fortissimo. Lo stesso senso di appartenza rivissuto recentemente alle manifestazioni a favore dello stato di Palestina e della Global Sumud Flotilla, quel senso assoluto di appartenere a un popolo umano, con un’etica, una forza di volontà e certi valori di pace, bellezza e cultura: quella sensazione era già tutta lì. Sono passati dieci anni da quella sera e pensarci fa ancora male. Solo la musica tutt’oggi è ancora in grado di allietare, di salvare.
La realizzazione del brano è stata possibile grazie al preziosissimo aiuto di due musicisti (Marco Parimbelli, già Verbal e Open Orchestra, e Roberto Frassini Moneta, tuttofare del mondo jazz e rock orobico). Preziosissimo l’aiuto di Andrea Piccoli in sede di registrazione e di Gregorio Manenti a mix e master, per una resa sonora più sincera e vera possibile."

lunedì 17 novembre 2025

VERA SLÖ: “LA CURA LUDOVICO” È IL NUOVO SINGOLO – UN’IPNOSI SHOEGAZE TRA DUE SOLITUDINI


I Vera Slö tornano con “La cura Ludovico”, il nuovo singolo in uscita il 14 novembre 2025 per Kosmica Dischi e MiaCameretta: un brano che affonda le radici nella tradizione slacker e shoegaze di Drop Nineteens e Pavement, reinterpretata però attraverso una lente emotiva profondamente personale.

Il pezzo racconta l’incontro – o meglio, lo sfiorarsi – di due solitudini incapaci di affrontare i propri disagi emotivi. Più che una ricerca di guarigione, il singolo dipinge una condizione di intorpidimento: anestetici emotivi al posto del dialogo, paura al posto della cura. Uno dei due protagonisti preferisce trattenere dentro di sé gli “orrori” che lo abitano, non per proteggere l’altro, ma per timore di sé stesso. Da qui il riferimento alla celebre e manipolativa rieducazione di Arancia Meccanica – una “cura” subita, auto-imposta, distorta.

L’atmosfera viene definita fin da subito dal riff di chitarra ipnotico che apre il brano: una cellula sonora che diventa motore e mantra dell’intero pezzo. La struttura rimane volutamente classica, ma l’attenzione dei Vera Slö si concentra su ciò che conta davvero: la voce spenta, disillusa, quasi laconica, che restituisce la fatica di aprirsi e la facilità con cui ci si abitua all’anestesia emotiva. La danza dei due solitari si dissolve nell’outro, dove l’infittirsi delle trame di chitarra trascina tutto verso un approdo di incomprensione, come se le parole mancanti pesassero più di quelle dette.

CREDITS

Registrato, mixato e masterizzato presso VDSS Studio Recording di Filippo Passamonti
Artwork di Simone Evangelista
Musica e testi di Vera Slö



CHI SONO I VERA SLÖ

Nati nel Lazio meridionale nell’estate del 2023, i Vera Slö sono:
Christian Bonaventura (voce, chitarra)
Simona d’Aguanno (voce, basso)
Davide Longo (chitarra)
Vincenzo Cerbone (batteria)

Il progetto nasce con l’intento di tradurre in suono il caotico silenzio delle periferie, raccontando la rêverie negata di chi le abita attraverso fuzz saturati, atmosfere sospese e una poetica che oscilla tra introspezione e rumore. Un immaginario fatto di skate, pizze al taglio e Tassoni, ma anche di fragilità taciute e sogni sbilanciati.

Nel gennaio 2023 registrano il primo EP, “Astratta”, uscito il 17 maggio 2024 per Kosmica Dischi, anticipato dall’omonimo singolo. Il 25 aprile 2025 arriva il secondo EP, “Rêverie”, anch’esso preceduto dal singolo omonimo.

Durante l’estate 2025 la band registra due nuovi brani:

“Noiadrama” (uscito il 10 ottobre 2025)

“La cura Ludovico” (in uscita il 14 novembre 2025)


entrambi pubblicati in digitale e in tiratura limitata in cassette e CD grazie alla collaborazione tra Kosmica Dischi e MiaCameretta.



LINK & CONTATTI

Mail: verasloband@gmail.com


MØRE lancia “It Was Never a Phase”: un inno pop-punk alla nostalgia ribelle e agli anni migliori


C’è una scintilla particolare che solo certi brani sanno riaccendere, quella sensazione di libertà, caos e possibilità che appartiene agli anni migliori. È esattamente l’effetto di “It Was Never a Phase”, il nuovo singolo di MØRE, in uscita venerdì 14 novembre 2025 per Skadoosh! Records (sub-label di Lunaz Records). Un ritorno potente che affonda le radici nel pop-punk dei primi Duemila, ma con la maturità e la consapevolezza di chi, crescendo, non ha mai del tutto abbandonato il proprio cuore ribelle.

Il progetto milanese guidato da Federico Moretti firma un brano che suona come una lettera d’amore a un’epoca in cui il pop-punk era più di un genere musicale: era un’identità, uno stile di vita, un modo di stare al mondo.
It Was Never a Phase” è un viaggio nei ricordi — serate al parco con una chitarra consumata, amici che diventavano famiglia, sogni urlati tra power chord e skateboard — ma con i piedi ben piantati nel presente. Una riflessione sincera sulla crescita, sull’appartenenza e su ciò che rimane vivo anche quando tutto il resto cambia.

A colpire è soprattutto la capacità del brano di parlare sia ai ventenni di oggi sia a chi quegli anni li ha vissuti sulla propria pelle e ora può guardarli con affetto, distanza e un pizzico di nostalgia.
Again, we’ll carry on”, canta MØRE — ed è difficile non credergli.

Il singolo mescola sapientemente influenze come The Wonder Years, Blink-182 e New Found Glory, fondendo l’energia ruvida del pop-punk anni 2000 con una produzione attuale, pulita e incisiva. Il risultato è un brano immediato, emotivo e autentico, capace non solo di evocare un’epoca ma di riportarla in vita in chiave contemporanea.

It Was Never a Phase” è una dichiarazione d’intenti: riaccendere la fiamma di un genere che ha segnato una generazione e renderlo di nuovo urgente, vivo, contagioso.


Nato nel 2023 da un’idea di Federico Moretti, MØRE è il frutto di un ritorno istintivo alla scrittura dopo un periodo di pausa. Moretti, già attivo nella scena milanese con i progetti My Sad Melody e Nothing Before Fate, ha calcato palchi storici come Rolling Stones, Rainbow Club e Rock N Roll, portando con sé un bagaglio artistico ricco e maturo.

Con MØRE ha scelto di recuperare le atmosfere pop-punk ed emo dei primi anni Duemila, affrontandole però con un nuovo sguardo: quello di un adulto che parla di genitorialità, amore, tempo che scappa via, senza rinunciare alla verve che lo ha formato.

Nel 2025 il progetto si arricchisce con l’ingresso di Marco Zeni (basso), Matteo Sagramati (chitarra) e Federico Pettorru (batteria), che portano nuova energia e una dimensione ancora più band-oriented.

It Was Never a Phase” è più di un singolo: è un promemoria.
Di ciò che siamo stati, di ciò che siamo diventati e di quella fiamma punk che — per alcuni — non era affatto solo una fase.




Ascolta "It Was Never a Phase" "https://youtu.be/oj9v7GGGs8c?si=Voy77ZF_84JyKwc0"

venerdì 14 novembre 2025

JENNIFER IN PARADISE: “TORRENTE” È IL LORO PRIMO ALBUM


Con TORRENTE, in arrivo il 14 novembre 2025 per That Feeling / Believe in collaborazione con Sangue Acido Dischi, i Jennifer in Paradise firmano un debutto che ha il sapore di un’urgenza collettiva. Un lavoro compatto e viscerale, nato per scorrere senza ostacoli e colpire con la forza di un impatto emotivo diretto.

Registrato e mixato da Alessandro Gavazzi presso lo Shatterdome Studio, l’album si muove con naturalezza attraverso territori sonori differenti ma coerenti: l’alternative rock più abrasivo, la pesantezza ruvida del nu metal, le atmosfere sature e liquide dello shoegaze, la tensione nervosa del post punk e infine la crudezza dell’hardcore. Nove brani che non cercano una sintesi, ma che esistono come un unico flusso ininterrotto, un movimento continuo tra intensità e fragilità.

Torrente” come metafora del presente
Il disco è un attraversamento dell’inquietudine personale e generazionale: un percorso tra rumore e silenzio, tra il bisogno di espressione e la vertigine dell’esposizione. I Jennifer in Paradise affrontano temi come depressione, alienazione, erranza, identità frammentata e corpo vulnerabile, ma trovano anche spiragli di rinascita attraverso la natura, l’istinto e il gesto creativo.


La scrittura diventa così un atto di resistenza: un’azione concreta per dare forma all’informe, per restituire voce al silenzio e senso a un mondo in cui tutto sembra dissolversi.

Il release party
La presentazione ufficiale di TORRENTE è fissata per il 22 novembre al Wishlist Club di Roma, in collaborazione con Radio Rock: un’occasione per vedere la band portare sul palco la densità emotiva e sonora del loro primo lavoro.


TRACKLIST

1. Sigaretta


2. Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi


3. MinorMale


4. 7000Animali


5. Blu Violento


6. Fucsia


7. Torrente


8. Rovine


9. Schiuma

SUNSET RADIO: “TU DOV’ERI?” – UN RITORNO CARICO DI NOSTALGIA E FERITE APERTE


Dopo il recente show a Milano, i Sunset Radio riaccendono i motori e si preparano a tornare con un nuovo singolo destinato a lasciare il segno. “Tu dov’eri?” uscirà su tutte le piattaforme digitali il 14 novembre e sarà accompagnato da un videoclip diretto da Edoardo Giuliani, capace di tradurre in immagini il peso emotivo del brano.

Il nuovo singolo segna un ulteriore passo avanti per la band ravennate, da sempre abile nel mescolare alternative rock, malinconia e melodie taglienti. “Tu dov’eri?” è un pezzo che parla di legami spezzati, di amicizie che sembravano indistruttibili e che invece si sono consumate lentamente, quasi senza che ce ne si accorgesse.


Il testo scava nel terreno complicato delle assenze improvvise: il momento in cui realizzi che qualcosa non c’è più, e l’unica domanda che rimane è proprio quella che dà il titolo alla canzone. Tra serate vuote, sigarette condivise, risate di circostanza e quella sensazione di vuoto che arriva quando tutto è già crollato, il brano diventa una lettera aperta a chi è sparito senza fare rumore. Un racconto di silenzi pesanti e nostalgia, di ciò che si è stati e non si potrà più recuperare.

La regia di Giuliani promette di amplificare questi sentimenti, trasformando la storia in un viaggio visivo tra ricordi, mancanze e luoghi che conservano ciò che abbiamo perso.

Con “Tu dov’eri?”, i Sunset Radio continuano a confermarsi una delle realtà alternative rock più emotivamente autentiche della scena italiana. Un singolo che parla a chiunque abbia visto un rapporto sgretolarsi sotto i propri occhi — e abbia continuato a chiedersi, ancora oggi, dove fosse l’altra persona quando tutto ha iniziato a cadere.

giovedì 13 novembre 2025

SEBAK – “IO (NON MI ARRENDO) ”Un grido di resistenza tra rumore, paura e lucidità




IO (NON MI ARRENDO)” è il nuovo singolo dei SEBAK, un pugno nello stomaco e al tempo stesso un respiro profondo in mezzo al caos. Un brano che corre contro il tempo e contro i propri limiti, urlando la volontà di non cedere anche quando tutto sembra sfuggire di mano. “Sto in gara con il tempo, anche se so che già perderò, ma non mi arrendo”: la dichiarazione di chi sceglie la lotta invece della resa, la fatica invece dell’indifferenza.

Il pezzo si apre con un jingle quasi fiabesco, un frammento di memoria che richiama l’innocenza dei sogni infantili, prima che l’urto del mondo li trasformi in sopravvivenza. Poi, improvviso, arriva l’impatto sonoro: un’esplosione post-punk densa e viscerale, che si muove tra tensione e catarsi, con l’urgenza delle band inglesi contemporanee – dagli IDLES ai Fontaines D.C. – ma con una rabbia tutta personale.

Non so che sto facendo, in testa c’ho l’inferno, ma no che non mi arrendo”: il mantra che attraversa il brano è una confessione cruda e liberatoria. È il suono di chi non si rassegna a una vita che spegne i sogni, di chi cade e si rialza, di chi continua a muoversi anche quando la mente diventa nemica. “IO (NON MI ARRENDO)” è un inno alla resilienza, alla vulnerabilità vissuta come forza, alla voglia di restare in piedi anche quando sembra impossibile.

Nati a Viterbo nel 2022, i SEBAK si muovono nella scia del post-punk più ruvido e diretto, fatto di basso tagliente, batteria incalzante e un muro di suono che travolge. I loro testi parlano di alienazione e di resistenza, di rabbia e solidarietà, di quella luce che, anche fioca, continua a brillare in fondo al tunnel. Sul palco, l’energia è viscerale, autentica, contagiosa: un invito a restare umani, a non smettere di cercare.

Negli ultimi anni la band ha calcato diversi palchi importanti, aprendo a LoveGang all’Encore Festival di Viterbo (2023), condividendo la scena con SaraFine e Samuel dei Subsonica all’Eco Sound di Caprarola (2024), e arrivando fino al CuevaRock di Cagliari nel 2025 come opening act degli Strung Out.





Ascolta “IO (NON MI ARRENDO)” qui: https://orcd.co/sebak-iononmiarrendo

THE BALBOAS – “BITE! BLOOD! REPEAT!”: SEX, MISTICISMO E CAOS ORGANIZZATO, fuori il 7 dicembre



THE BALBOAS – “BITE! BLOOD! REPEAT!”: SEX, MISTICISMO E CAOS ORGANIZZATO

Il 5 dicembre segna il ritorno dei surf-punk monsters più irriverenti degli Stati Uniti: The Balboas pubblicano “Bite! Blood! Repeat!”, un album digitale firmato Burn N’ Surf Records che promette di sbranare tutto ciò che trova sulla sua strada. Tredici brani che oscillano tra punk, rockabilly e garage, costruiti con la precisione di un branco di piranha — affamati, letali e perfettamente sincronizzati.

L’apertura è affidata a “Bury It With You”, primo singolo e dichiarazione d’intenti: ritmi serrati, chitarre abrasive e quella vena di ironia macabra che da sempre accompagna il gruppo. Da lì in avanti è un viaggio attraverso sesso, misticismo e puro disordine controllato, tra featuring di lusso e un’attitudine che non ha perso un briciolo di cattiveria in trent’anni di attività.

Il disco vanta infatti collaborazioni con nomi pesanti della scena alternative e punk americana: Mike Watt (Minutemen), Eddie Spaghetti (Supersuckers), Paul Roessler (Screamers, 45 Grave) e Kitten Kuroi (Billy Idol). Non manca neppure un cameo di culto: le 5.6.7.8’s, direttamente dal film Kill Bill, accompagnano la band in “The Ghost of GoGo”, un brano dedicato alla folle Go Go Yubari e pubblicato in concomitanza con l’uscita cinematografica di Kill Bill: The Whole Bloody Affair.

Come spiega Richard Griffith, co-fondatore e professore di psicologia all’Università della Florida, “quando ascolti un disco dei Balboas pensi al caos, ma nulla è casuale: siamo metodici come f**. È il nostro modo di fare musica — mordere, sanguinare, ripetere”*.

E questo titolo, “Bite! Blood! Repeat!”, è più che un gioco di parole: è la sintesi perfetta della filosofia Balboas. La band, sparsa in sei città americane ma unita da un filo di adrenalina e sarcasmo, continua a suonare come se il tempo non fosse mai passato.

Dalle sfuriate punk di “Bones of the Baron” e “Florida Man”, fino al groove contagioso di “Sugar Smacks” (con Eddie Spaghetti) e all’esoterismo dark di “Petit Mort” (con Kitten Kuroi), ogni brano è una scheggia di follia calibrata. Il risultato è un LP che non solo conferma la vitalità della band, ma riafferma anche la possibilità di fare surf-punk con cervello, anima e una dose letale di ironia.

Come scrive Ryan Hagerty (Pi Records), “I The Balboas assaltano la vostra dolce sanità mentale con doppi sensi sonori. Attenzione: il contenuto di questa musica potrebbe essere dannoso per la salute… ma è cibo per l’anima.”

“Bite! Blood! Repeat!” sarà disponibile dal 5 dicembre in formato digitale. Pre-order già attivo su Burn N’ Surf Records.
Un morso, una goccia di sangue, e via di nuovo.





mercoledì 12 novembre 2025

POWER GRID FAILURE – “BLACKOUT” Skatepunk ad alta tensione da Stoccolma


I Power Grid Failure sono pronti a far saltare i fusibili. Il 7 novembre 2025 la band skatepunk svedese ha upubblicato Blackout, album d’esordio che raccoglie un anno di concerti incendiari nell’area di Stoccolma e li traduce in undici tracce veloci, melodiche e senza fronzoli. È un debutto che guarda dritto negli occhi la golden era del punk californiano: NOFX, Bad Religion, Millencolin, quella scuola lì – ritmi serrati, voci intrecciate, melodie luminose e testi che graffiano.

Il gruppo nasce nel 2022 e porta con sé una line-up solida e già rodata in altri progetti della scena svedese:
Jonas Lindahl (voce, chitarra),
Joel Malm (chitarra, cori – anche nei Varnagel),
Carlos Galdo (basso),
Magnus “Mange” Strid Hedman (batteria, cori – ex Greta Kassler, ex Ligisterna).


In poco tempo si fanno spazio nei club e nei centri sociali della capitale, costruendo una reputazione fondata su show compatti, precisi e sempre ad alta energia. Blackout, registrato nel 2024, è il passo successivo: un disco che non cerca compromessi, che sembra nato per essere suonato a volume indecente con i finestrini abbassati.

La supervisione sonora è affidata a Johan Lund, responsabile di recording, mix e mastering, mentre l’artwork porta la firma di Elin Lindwall. La distribuzione è curata da Border Music / Red Eye.

Nessuna nostalgia sterile, però: Blackout non è un revival, ma un promemoria. Ricorda che il punk melodico può ancora essere urgente, diretto, emotivo, personale e collettivo allo stesso tempo.
Un disco che ti dice: alza, corre, canta, suda. Non spegnerti.

POWER GRID FAILURE
Jonas Lindahl – Voce, Chitarra
Joel Malm – Chitarra, Cori
Carlos Galdo – Basso
Magnus Strid Hedman – Batteria, Cori

Blackout esce il 7 novembre 2025 su tutte le piattaforme digitali.





Contact info: info@beatbutchers.se

martedì 11 novembre 2025

REGROWTH – “Eight Hundred Years”: tra memoria, catene invisibili e la fine che ritorna


Con “Eight Hundred Years”, i Regrowth aggiungono un nuovo tassello all’universo narrativo che culminerà in A Story Worth Listening To, il secondo album della band in uscita il 28 novembre. Il gruppo metalcore/melodic-hardcore di Cagliari prosegue così il percorso iniziato con “Downpour”, approfondendo temi che non appartengono solo al vissuto individuale, ma si intrecciano con le stratificazioni emotive della memoria collettiva.

Il brano è una riflessione sul concetto di eredità: tutto ciò che riceviamo — valori, paure, convinzioni, ferite — non appartiene solo alla nostra storia personale. È qualcosa che scorre attraverso secoli di scelte, omissioni, tradimenti, silenzi e speranze. L’eredità non è solo ciò che ci è stato lasciato, ma ciò che continua a vivere dentro di noi, anche quando non lo riconosciamo.

Abbiamo immaginato un futuro in cui ciascuno si ritrova a fare i conti con ciò che ha vissuto, con le scelte proprie e dei suoi predecessori. Come se il destino non fosse scritto, ma ripetuto, ogni ottocento anni,” racconta la band.



Il brano costruisce un paesaggio sonoro che oscilla tra tensione e malinconia: le chitarre si aprono come ferite, la voce frattura lo spazio e la sezione ritmica procede come un battito antico, quasi rituale. Non è solo rabbia, non è solo dolore: è lucidità. È il momento in cui ci si accorge che ciò che portiamo dentro non si è originato in noi, ma attraverso di noi.

Il visualizer, diretto da Marco Camarda e Paolo Angelo Loi, amplifica questa dimensione: una sequenza di immagini simboliche, sospese tra l’evocazione spirituale e il collasso del mondo materiale. Come un lampo di coscienza finale, un frammento di memoria globale che ritorna al centro, un attimo prima che tutto finisca o ricominci.

L’atmosfera è quella di un presente crepato, dove la normalità appare fragile e la paura del collasso non è più ipotesi, ma condizione quotidiana. E i Regrowth la raccontano senza sovrastrutture, affidandosi al linguaggio viscerale del metalcore, ai suoi vuoti, alle sue ripartenze, al modo in cui sa trasformare un peso invisibile in una tensione fisica.

Prodotto, registrato e mixato da Lorenzo Mariani presso Overcore Studio, con mastering di Brad Boatright (Audiosiege Studio, USA), “Eight Hundred Years” conferma la crescita della band sia dal punto di vista della scrittura che della visione.

Non un semplice singolo, ma un frammento narrative-core di un’opera più ampia: una storia che chiede di essere ascoltata, e che forse ci riguarda più di quanto siamo pronti ad ammettere.


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Con “Eight Hundr-ed Years”, i Regrowth aggiungono un nuovo tassello all’universo narrativo che culminerà in A Story Worth Listening To, il secondo album della band in uscita il 28 novembre. Il gruppo metalcore/melodic-hardcore di Cagliari prosegue così il percorso iniziato con “Downpour”, approfondendo temi che non appartengono solo al vissuto individuale, ma si intrecciano con le stratificazioni emotive della memoria collettiva.

Il brano è una riflessione sul concetto di eredità: tutto ciò che riceviamo — valori, paure, convinzioni, ferite — non appartiene solo alla nostra storia personale. È qualcosa che scorre attraverso secoli di scelte, omissioni, tradimenti, silenzi e speranze. L’eredità non è solo ciò che ci è stato lasciato, ma ciò che continua a vivere dentro di noi, anche quando non lo riconosciamo.

> “Abbiamo immaginato un futuro in cui ciascuno si ritrova a fare i conti con ciò che ha vissuto, con le scelte proprie e dei suoi predecessori. Come se il destino non fosse scritto, ma ripetuto, ogni ottocento anni,” racconta la band.



Il brano costruisce un paesaggio sonoro che oscilla tra tensione e malinconia: le chitarre si aprono come ferite, la voce frattura lo spazio e la sezione ritmica procede come un battito antico, quasi rituale. Non è solo rabbia, non è solo dolore: è lucidità. È il momento in cui ci si accorge che ciò che portiamo dentro non si è originato in noi, ma attraverso di noi.

Il visualizer, diretto da Marco Camarda e Paolo Angelo Loi, amplifica questa dimensione: una sequenza di immagini simboliche, sospese tra l’evocazione spirituale e il collasso del mondo materiale. Come un lampo di coscienza finale, un frammento di memoria globale che ritorna al centro, un attimo prima che tutto finisca o ricominci.

L’atmosfera è quella di un presente crepato, dove la normalità appare fragile e la paura del collasso non è più ipotesi, ma condizione quotidiana. E i Regrowth la raccontano senza sovrastrutture, affidandosi al linguaggio viscerale del metalcore, ai suoi vuoti, alle sue ripartenze, al modo in cui sa trasformare un peso invisibile in una tensione fisica.

Prodotto, registrato e mixato da Lorenzo Mariani presso Overcore Studio, con mastering di Brad Boatright (Audiosiege Studio, USA), “Eight Hundred Years” conferma la crescita della band sia dal punto di vista della scrittura che della visione.

Non un semplice singolo, ma un frammento narrative-core di un’opera più ampia: una storia che chiede di essere ascoltata, e che forse ci riguarda più di quanto siamo pronti ad ammettere.