venerdì 19 dicembre 2025

PIMPLES MARMALADE “LA TUA MAMMA È UNA STRONZA” IRRIVERENZA, IRONIA E ZERO FILTRI


Ci sono titoli che non chiedono permesso. Entrano, colpiscono e restano lì. “La tua mamma è una stronza”, nuovo singolo dei Pimples Marmalade, è esattamente questo: una bomba punk lanciata con il sorriso storto di chi sa benissimo cosa sta facendo.

Il brano è un’esplosione di energia ruvida e divertita, dove il punk rock più diretto incontra una scrittura moderna, tagliente e senza giri di parole. Chitarre distorte che mordono, ritmi serrati e un ritornello che si appiccica addosso al primo ascolto. Il tutto per raccontare, con sarcasmo e una verità che un po’ brucia, una figura materna fuori dagli schemi: disinvolta, selvaggia, spesso più ribelle del figlio stesso.

Dietro la risata e la provocazione, però, c’è molto di più. I Pimples Marmalade fotografano una società in cui i ruoli si ribaltano, gli adulti sembrano eterni adolescenti e i più giovani sono costretti a crescere in fretta, raccogliendo i cocci lasciati da chi avrebbe dovuto dare l’esempio. È una storia che fa sorridere, sì, ma che lascia anche addosso quella sensazione scomoda tipica delle cose vere.

Registrato e prodotto dalla band stessa, il singolo unisce la scuola del punk italiano più istintivo a un linguaggio attuale, ironico e irresistibilmente provocatorio. Non è una denuncia urlata né un insulto gratuito: è un ritratto caustico e sincero, raccontato con quella sfacciata onestà che da sempre caratterizza i Pimples Marmalade.

“Nessun insulto, solo una sonora risata – per rifletterci un po’ su.”

La storia della band parte da lontano. Formati nel 1996 in un soleggiato parco di Cambridge (UK), i Pimples Marmalade si fanno presto notare nella scena underground milanese grazie a uno stile spensierato, canzoni immediate e una presenza scenica travolgente. Dopo concerti, palchi importanti e competizioni vinte, arriva una pausa, complice la stanchezza e nuovi percorsi di vita.

Ma certe scintille non si spengono mai davvero. Nel 2021, tra una carbonara, una grigliata, vino rosso e liquori improbabili, la band riaccende i motori con l’idea chiarissima di non fermarsi più.

“Heigh, Ho! Siamo tornati per restare!”

ASCOLTA “LA TUA MAMMA È UNA STRONZA”






giovedì 18 dicembre 2025

Dopo lo stop della censura, i The Dopplers pubblicano finalmente “Matilda semitica”


Con "Matilda Semitica" i The Dopplers fanno quello che il punk dovrebbe fare sempre: prendere un tema scomodissimo, caricarlo di ironia feroce e lanciarlo addosso all’ascoltatore senza paracadute. Tre accordi, sarcasmo a mitraglia e un testo che non chiede permesso a nessuno.

Il brano gioca apertamente con simboli religiosi, identità culturali e memoria storica, mescolando il grottesco al tragico. Matilda è una figura caricaturale e disturbante: figlia privilegiata, immersa in rituali, tradizioni e contraddizioni che vengono esasperate fino alla farsa. I riferimenti sono diretti, a volte volutamente sopra le righe, e proprio per questo impossibili da ignorare.

Musicalmente il pezzo è una scheggia punk rock secca e immediata, con un ritornello che resta incollato al cervello e un bridge che rielabora Hava Nagila trasformandolo in un momento di tensione straniante, quasi da coro da stadio sull’orlo dell’esplosione. Una scelta che spiazza e amplifica il senso di disagio voluto dalla band.

Ma "Matilda Semitica" non è solo provocazione fine a sé stessa. Sotto la superficie irriverente emerge un cortocircuito continuo tra festa e tragedia, orgoglio e violenza, tradizione e guerra. Il finale, esplicito e brutale, chiude il cerchio senza addolcire nulla, lasciando l’ascoltatore con più domande che certezze.

I The Dopplers dimostrano di non avere paura di sporcarsi le mani, né di attirare polemiche. Questo brano divide, urta, fa incazzare — e va benissimo così. Il punk, quando è vivo, non consola: disturba.

Ascolta Matilda semitica su Spotify e preparati a non restare indifferente.

mercoledì 17 dicembre 2025

RESPIRO NOCIVO feat. FRANCESCO “FRY” MONETI (Modena City Ramblers) “INTERNAZIONALE DELLA RAZIONALITÀ” La vera natura del raziocinio


Internazionale della Razionalità”, il nuovo singolo dei Respiro Nocivo con Francesco “Fry” Moneti (Modena City Ramblers), è una fiamma che arde lenta e ostinata. Un brano punk rock acustico che rinuncia al rumore per dare spazio a ciò che conta davvero: la parola, il suo peso specifico, la sua responsabilità. Sembra una canzone nata attorno a un fuoco improvvisato, tra mani sporche di strada e voci che si riconoscono per non farsi inghiottire dal silenzio.

Il pezzo è una mappa di polvere, sangue e resistenza. Attraversa fame e bombardamenti, città ridotte a sussurri e soprattutto la Palestina, evocata come un cuore che continua a battere sotto il metallo e le macerie. Ogni immagine è un atto di memoria, ogni verso una piccola insurrezione contro l’oblio programmato.

La “razionalità” del titolo non è quella che salva, ma quella che calcola, che seziona, che decide chi conta e chi no. Il brano le strappa la maschera di neutralità e la mostra per ciò che è: una macchina che raziona vite. E la rifiuta, senza ambiguità.

Il ritornello si alza come una tempesta lucida: non per distruggere, ma per svegliare. Non chiede compassione, pretende presenza, volontà, partecipazione. Il miscuglio di lingue non è estetica: è ponte, è dichiarazione di solidarietà, è la promessa di una lotta che non conosce confini.

“Internazionale della Razionalità” trasforma la rabbia in canto collettivo, il dolore in parola viva, la parola in impegno. È un invito a non distogliere lo sguardo. È un richiamo che brucia.


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Respiro Nocivo nascono a Vicenza nel 2009 e portano avanti senza sosta un punk rock diretto, viscerale, profondamente legato alla realtà sociale. Dopo un primo demo nel 2014 e l’album d’esordio Sbronzi Rozzi & Zozzi (2016), la band si ritaglia uno spazio nella scena del Nord Italia grazie a un’attitudine cruda e senza filtri.

Nel 2019 arriva l’EP Sepolti nel Buio, che segna una maturazione del sound; con Cor Meum Anima Mea (Duff Records, 2022) la band conferma una forte identità artistica anche negli anni più complessi della pandemia.

Tra cambi di formazione ed evoluzioni stilistiche, i Respiro Nocivo continuano a muoversi con la stessa urgenza di sempre: trasformare la realtà in punk, e il punk in testimonianza.


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ASCOLTA “INTERNAZIONALE DELLA RAZIONALITÀ”





martedì 16 dicembre 2025

ROMAN KRAYS – “LUNEDÌ” Gli oppressi che urlano per respirare


Il lunedì non è solo un giorno della settimana. È uno stato d’animo, una condanna che si ripete ciclica, un passaggio obbligato che ti strappa dal tempo umano per buttarti dentro quello produttivo. “Lunedì”, il nuovo singolo dei Roman Krays, parte esattamente da lì: da quel momento sospeso tra la sveglia che suona troppo presto e la sensazione netta di star entrando in un ingranaggio che non ti appartiene più.

Il brano è un pugno allo stomaco per chi vive il lavoro come alienazione pura: niente volti, solo numeri; niente identità, solo ruoli. Entri persona, esci sagoma. Le chitarre corrono veloci e graffiate, la batteria spinge senza tregua, il cantato è diretto, urgente, costruito per essere sputato fuori più che cantato. Il ritornello è uno di quelli che non chiedono permesso: va urlato, perché urlare è l’unico modo rimasto per respirare.

Dentro questo punk rock energico e immediato c’è tutta la frustrazione di una quotidianità che schiaccia e tutta la malinconia di una domenica che svanisce “in un soffio”, lasciando solo il peso del giorno più odiato. “Lunedì” non cerca soluzioni, non addolcisce il colpo: fotografa il disagio e lo amplifica, trasformandolo in un grido collettivo.

Lunedì è un inno a tutti i lavoratori che si sentono stritolati da quella morsa perenne che si riflette anche sulla vita personale, quella voglia di evadere da un mondo sporco in cui il Dio denaro la fa da padrone.”



Più che un singolo, un manifesto. Un pezzo che non consola e non promette vie d’uscita, ma ti afferra per il bavero e ti costringe a guardare in faccia la gabbia. E a urlare insieme a lui.

I Roman Krays nascono nel 2019 a Guspini, nella West Coast della Sardegna, e costruiscono fin da subito un suono rabbioso ma melodico, capace di trasformare la frustrazione in energia pura. Durante la pandemia pubblicano il primo singolo “Follia”, seguito nel 2023 da “Fumo”, brano intenso dedicato al tema della depressione, che li porta sui primi palchi e festival dell’isola.

Nell’autunno dello stesso anno entrano in studio per dare forma al debut album “Quanto Costa Sognare”, pubblicato il 10 maggio 2024 e anticipato dal singolo “Nicol”, accolto con ottimi riscontri anche a livello nazionale. La band continua a crescere nella scena punk rock sarda e oltre, confermando una forte attitudine live. Il 6 giugno pubblicano “Sapore di Male”, impreziosito dalla partecipazione di Fix (Madbeat), una delle voci più riconosciute dell’underground italiano.

I Roman Krays sono Luca (voce/chitarra), Jack (chitarra/cori), Omar (chitarra), Alex (basso/cori), Dave (batteria).
E “Lunedì” è la loro sirena d’allarme: rumorosa, scomoda, impossibile da ignorare.

ASCOLTA "LUNEDÌ”!










LOS FASTIDIOS – “NON CAMBIARE MAI” (OFFICIAL VIDEOCLIP)


Se c’è una cosa che i Los Fastidios non hanno mai fatto è stare fermi. E il nuovo videoclip di “Non cambiare mai” ne è l’ennesima, gloriosa conferma. Online ora sul loro canale YouTube, il video è un concentrato di sudore, sorrisi, abbracci e spirito di strada, girato 100% DIY durante il weekend del Rebellion Festival di Blackpool, lo scorso agosto.


Protagonista assoluta è la Los Fastidios Family van, stipata fino all’inverosimile di rudies, energia e voglia di esserci. Nessuna posa costruita, nessuna patinatura: solo vita vera, quella che succede quando una band e la sua gente condividono chilometri, concerti, birre e ideali. Il risultato è un video che profuma di ska, street punk e appartenenza, esattamente come ci si aspetta da una delle realtà più autentiche della scena europea.

Non cambiare mai”, estratto dall’album Lovesteady, è un inno semplice e diretto, che parla di restare fedeli a se stessi nonostante tutto. Un messaggio che i Los Fastidios portano avanti da anni, senza compromessi, tra tour infiniti e palchi di ogni tipo. Il videoclip amplifica questo spirito: immagini spontanee, facce vere, zero filtri e tanta, tantissima attitudine.

In un’epoca di produzioni iper-luccicate, i Los Fastidios scelgono ancora una volta la strada più onesta: far vedere chi sono, da dove vengono e con chi viaggiano. E sì, cambiare non è obbligatorio, soprattutto quando sei già così.

Guardalo, alza il volume e sali anche tu sul van. Non cambiare mai.




lunedì 15 dicembre 2025

GAOXING: “Unbreakable” è il primo singolo. Hardcore senza compromessi


Nati nel 2025 a Ferrara, i Gaoxing non perdono tempo e si presentano subito con le idee chiarissime: niente fronzoli, niente mezze misure. Il loro primo singolo “Unbreakable”, disponibile dal 12 dicembre, è un pugno allo stomaco che mescola hardcore e beatdown in una formula brutale, fisica, diretta. Musica che non chiede permesso e trasforma ogni palco in un campo di battaglia.


I Gaoxing nascono con un solo obiettivo: creare qualcosa di feroce, grezzo e intransigente. Un suono che colpisce duro, ma che allo stesso tempo porta con sé un’urgenza emotiva reale, viscerale. “Unbreakable” è esattamente questo: un primo manifesto di resistenza, forza e determinazione, costruito su riff pesanti, ritmiche schiaccianti e una voce che non lascia spazio a compromessi.

La line-up è una macchina da guerra ben oliata: Pibe alla voce, WaitinFX al basso, Nick alla batteria, Max e Ricky alle chitarre. Cinque elementi che costruiscono un muro sonoro compatto, massiccio, pensato per travolgere.

Il 2025 segna anche un passaggio fondamentale per la band: la firma con Too Loud Records, che apre ufficialmente un nuovo capitolo e prepara il terreno alle prime uscite. Dopo il singolo, il prossimo passo sarà l’EP di debutto, anch’esso intitolato “Unbreakable”, in uscita il 30 gennaio. Un lavoro che promette di ampliare e consolidare quanto anticipato dal singolo: un’introduzione potente e senza filtri all’identità dei Gaoxing.

Con questo esordio, i Gaoxing si candidano senza timidezze come una delle realtà più intense e promettenti della nuova scena heavy italiana. Nessuna posa, nessuna strategia: solo impatto.

I Gaoxing sono arrivati. E non sembrano intenzionati a fermarsi.

FuckFuckFuck – “Fun”: garagepunk a volume criminale


Se Amsterdam ha delle palle da demolizione umane, quelle rispondono al nome di FuckFuckFuck. La band olandese è pronta a pubblicare il suo primo full length, e il titolo “Fun” non potrebbe essere più azzeccato… o più fuorviante. Perché sì, è divertimento puro, ma di quello sporco, rumoroso e senza freni, che ti lascia i timpani a pezzi e un sorriso idiota stampato in faccia.

Dopo aver colpito duro con i singoli istantanei “Anal” e “Bad Habits” – già diventati piccoli cult e ovviamente presenti in tracklist – i FuckFuckFuck alzano l’asticella con altri dieci banger che camminano su una linea sottilissima tra idiozia totale e genio incontrollato. Ed è proprio lì che la band dà il meglio.


Il loro suono è garagepunk dritto, ignorante e diretto, contaminato da un boogie rock’n’roll anni ’70 che rende ogni pezzo immediatamente urlabile già dal primo ascolto. Immaginate The Chats cresciuti a pane e Stooges, più sudore e meno Ramones: riff secchi, ritmi che spingono e cori che sembrano fatti apposta per essere cantati con una birra in mano e zero dignità residua.

Fun”, pubblicato da Wap Shoo Wap Records, è un disco che non cerca approvazione né profondità forzate: punta tutto sull’impatto, sull’energia e su quella sensazione di caos controllato che rende il garage punk ancora una cosa viva e pericolosa. È uno di quei dischi da ascoltare a volume indecente, consapevoli che dopo il primo pezzo il vicino potrebbe lanciarti un mattone… solo per sentirlo meglio.

I FuckFuckFuck non reinventano nulla, ma spaccano tutto. E a volte è esattamente quello di cui c’è bisogno.

sabato 13 dicembre 2025

Crancy Crock: È Uscito il Nuovo Singolo "What's your gun?"


BERGAMO – Autentici dal '97 e forti della loro inossidabile identità punk rock, i Crancy Crock tornano a far parlare di sé con il nuovo singolo, "What's your gun?".
Il brano è stato lanciato in anteprima esclusiva ieri, 12 Dicembre 2025, sulle pagine della storica webzine Punkadeka, e da oggi, 13 Dicembre 2025, è disponibile ufficialmente su tutte le piattaforme di streaming digitale.

La band bergamasca, composta da Dario Crancy, Toma, Gio e Pongo, è rinomata per i ritmi serrati e i riff potenti che fondono il punk con l'hardcore melodico. "What's your gun?" (Qual è la tua arma?) prosegue la loro tradizione di testi che affrontano in modo diretto le realtà quotidiane e l'autodeterminazione.
Questo singolo si aggiunge a una discografia imponente di sette album, tracciando l'evoluzione della band: dalla ribellione del 2006 (...nOn cOn Noi...) all'autoconsapevolezza di Mayday (2022). "What's your gun?" è un invito esplicito a identificare la propria forza interiore e lo strumento di lotta personale in un mondo in perenne movimento.

"I Crancy Crock raccontano di esperienze reali vissute e riflessioni sincere sul mondo che li circonda, sulle battaglie quotidiane ma anche sui momenti di sano e insano divertimento che la vita regala, o per i quali chiede il conto."


I Crancy Crock non sono solo una band, ma un pilastro della scena indipendente. Membri del roster di GASTERECORDS, hanno alle spalle una storia di promozione musicale (attraverso la fondazione di Samoan Records) e palchi condivisi con nomi come Punkreas, Marky Ramone's Blitzkrieg e Los Fastidios.
"What's your gun?", della durata di 4 minuti e 21 secondi, è l'ennesima prova della coerenza e dell'energia che la band porta avanti. È un brano imperdibile per chi ama il punk rock fatto di sostanza.
In tempi in cui l'apparenza è tutto, i Crancy Crock continuano a essere fieramente autentici dal 1997.




Ascolta Subito il Singolo "What's your gun?"


venerdì 12 dicembre 2025

Ivenop “Portami A Casa” — Il bisogno di tornare, ovunque sia


Con Portami A Casa, gli Ivenop tornano con un singolo che sembra nascere esattamente dove finiscono le parole e iniziano le crepe. Un brano che lavora in sottrazione, giocando con un’atmosfera sospesa, vulnerabile, quasi trattenuta, come se ogni nota avesse paura di spezzarsi prima di arrivare a destinazione.

“Casa”, nel linguaggio degli Ivenop, non è un luogo geografico, ma uno spazio emotivo: un punto sicuro, un volto, una voce, un ricordo che torna a bussare quando il rumore di tutto il resto si fa troppo forte. Il brano racconta questa ricerca con un’intimità disarmante, costruita su un viaggio interiore che alterna fragilità e lucidità, respiro e vertigine.

La produzione accompagna perfettamente il mood: linee melodiche pulite ma dense di tensione, un crescendo che non esplode mai davvero, preferendo vibrare sotto pelle. Una scelta che amplifica il peso delle parole e rende Portami A Casa uno di quei pezzi che ti restano addosso anche dopo il silenzio.

Gli Ivenop firmano così uno dei suoi brani più maturi: sincero, diretto, senza orpelli. Un ritorno che sa di ferite aperte ma anche di possibilità, di ponti lasciati a metà e della voglia — ostinata — di attraversarli ancora.

Portami A Casa è un invito.
A chi ci manca, a chi abbiamo perso, ma soprattutto a noi stessi.

Ascolta "Portami A Casa"

SLUDDER – “NOTHING BUT STRANGERS” Un nuovo singolo che parla di ciò che resta dopo i legami


Venerdì 12 dicembre 2025 gli Sludder tornano in scena con Nothing but Strangers, un singolo che apre un nuovo capitolo nella loro storia e, allo stesso tempo, scava con delicatezza in una delle esperienze più universali e difficili da raccontare: quando qualcuno che è stato importante diventa un estraneo.

Il brano nasce da una constatazione semplice e malinconica. Non sempre serve un terremoto emotivo per allontanarsi: più spesso è la vita a ridisegnare le traiettorie senza chiedere permesso, lasciando dietro di sé relazioni evaporate, vuoti imprevisti, presenze che diventano silenzio.
In Nothing but Strangers non c’è rabbia e non c’è sconfitta. C’è piuttosto la consapevolezza di muoversi negli stessi luoghi di sempre, ma con coordinate ormai cambiate. È la solitudine che arriva non per ferire, ma per far capire quanto siamo costretti – prima o poi – a fare i conti con noi stessi.

Musicalmente gli Sludder proseguono la strada intrapresa con il loro primo EP Sooner or Later: un equilibrio misurato tra melodia e ruvidità, dove nessun elemento prevale sull’altro. Un approccio essenziale, sincero, che permette a ogni sfumatura emotiva di emergere senza sovrascrivere la precedente.
È un singolo che non anticipa tutto del nuovo album previsto per il 2026, ma rende chiaro un punto: la band bresciana non ha intenzione di incastrarsi in un solo suono. Vuole restare fedele soprattutto a ciò che sente – nei testi, nelle scelte melodiche, nelle piccole crepe emotive che fanno respirare ogni brano.


Registrata, mixata e masterizzata da Carlo Altobelli al Toxic Basement Studio, Nothing but Strangers non parla di un addio. Parla di ciò che arriva dopo, quando la distanza si è già creata e non resta che guardarsi dentro per trovare nuove direzioni.
Un singolo che apre, con delicatezza e lucidità, la strada verso un 2026 che potrebbe segnare una svolta importante nel percorso degli Sludder.

giovedì 11 dicembre 2025

Ganzi & Rozzi pubblicano il video di “Benvenuti alla festa” e si preparano a festeggiare i 30 anni di attività con un nuovo album previsto per il 2026


C’è qualcosa di profondamente onesto nel modo in cui il punk torna a galla quando serve davvero. Non come nostalgia, ma come necessità. I Ganzi & Rozzi, band punk rock di Pisa attiva fin dagli anni ’90, lo dimostrano riportando alla luce “Benvenuti alla festa”, brano del 2002 che oggi riemerge con un videoclip nuovo e una fame intatta.

In un’epoca che trasforma tutto in spettacolo, persino il dissenso, “Benvenuti alla festa” è una ghigliottina che cala netta sui sorrisi di plastica dei media, sull’ipocrisia dei salotti buoni, sulla repressione che cambia nome ma non sostanza. Il pezzo è ruvido, diretto, senza fronzoli: non chiede il permesso, non fa sconti, non cerca approvazione. Sputa verità e se ne frega delle conseguenze.

Il video accompagna il brano senza edulcorarne il messaggio: immagini e suono lavorano insieme per restituire quel senso di oppressione quotidiana, di controllo mascherato da informazione, di brutalità normalizzata. È punk nel senso più puro del termine: disturbare, dividere, risvegliare.

I Ganzi & Rozzi non sono una band “revival”. Non stanno rientrando in scena per cavalcare mode o ricordi. Stanno semplicemente continuando un discorso mai chiuso. Nati a Pisa nei primi anni Novanta, hanno attraversato decenni di underground senza mai perdere l’urgenza di dire le cose come stanno. Oggi si preparano a festeggiare i 30 anni di attività con un nuovo album previsto per il 2026: non un traguardo, ma un altro punto di partenza.

La formazione attuale vede Joe alla voce, Paolo Zuccarini alle chitarre, Pibe al basso e ai cori, Eri alla batteria e ai cori. Quattro persone, una direzione: fare rumore quando il silenzio diventa complicità.

Benvenuti alla festa” non è un invito. È una denuncia. È la colonna sonora perfetta per un mondo che balla sull’orlo delle proprie contraddizioni, mentre qualcuno prova ancora a strappare la maschera al circo. Ed è proprio per questo che funziona: perché non è comodo, non è rassicurante, non è addomesticabile.






mercoledì 10 dicembre 2025

AMO NOISE Una nuova realtà tra Lecco e Brianza, a metà tra un collettivo artistico ed una micro-etichetta indipendente.


Non è solo una sigla, non è solo un nome: AMO NOISE è una dichiarazione di intenti. È una nuova realtà nata tra Lecco e Brianza, sospesa tra collettivo artistico e micro–etichetta indipendente, ma soprattutto è un’urgenza. Quella di chi ha scelto il rumore come linguaggio, come casa, come strada.

AMO NOISE è D.I.Y. per necessità, ma soprattutto per desiderio.
Registrarsi da soli, stampare i dischi, cucirsi addosso il merch, cercare date, spazi, contatti: non come ripiego, ma come vocazione. L’autoproduzione non è solo una pratica, è un modo di stare al mondo. E ora quell’energia è pronta a essere messa al servizio anche di altri progetti che “stanno dalla parte del rumore”, qualsiasi cosa questo significhi davvero.

AMO NOISE è territorio.
È provincia. È silenzio apparente. È quel vuoto che, ascoltato bene, non è mai muto: è rumore bianco, costante, affascinante. Sotto la superficie piatta delle giornate sempre uguali, tra Lecco e Brianza, si muove un sottobosco creativo che chiede solo di essere amplificato.

AMO NOISE è fare rete.
È il bisogno di trovarsi e farsi trovare. Di connettere realtà che già esistono ma spesso si sfiorano senza toccarsi davvero. In una terra dove il rischio è quello di perdersi uno accanto all’altro, AMO NOISE prova a tessere una tela che unisce persone, spazi, suoni, idee.

AMO NOISE è qui e ora.
È la scelta politica e poetica di restare. Di non dover per forza migrare verso Milano o Bologna per esistere. Di far nascere qualcosa dal basso, nella propria provincia, a modo proprio. Amplificare questo brusio è una missione: e loro sono qui esattamente per questo.

I primi nodi della rete: i progetti annunciati

L’identità di AMO NOISE prende forma concreta attraverso tre live session acustiche pubblicate sui canali social del collettivo, che presentano i primi progetti del nucleo originario.

Scocc (Agit Funk)
Gli Scocc sono un cortocircuito sonoro: rock, funk, metal, rap che si scontrano e si fondono in un suono grezzo, secco, senza fronzoli. Nati a Lecco, hanno pubblicato un EP omonimo di quattro brani che funziona come un vero e proprio manifesto di identità. La loro è musica di provincia raccontata senza filtri, portata oggi su e giù per i locali della Lombardia come cronaca viva di un territorio che pulsa.

Collagene (Spoken Word / Ambient Poetry)
Come la proteina da cui prendono il nome, Collagene lavora sotto pelle. Un progetto che accarezza e scava, unendo le poesie di Daniele Rossi alle trame elettriche di Marco Anghileri e Gaibrash (ASO), fino a trovare la sua forma definitiva con i ritmi e i rumori di Giovanni Colombo (Martini Police, Trincea, Il mago del Gelato). Base in Brianza, cuore nomade: Milano, Venezia, Firenze, Torino. Il loro live è un’esperienza immersiva, introspettiva, ricercata, dove parola e suono diventano un unico corpo vibrante.

ASO (Post-Rock / Shoegaze)
Davide, Marco, Flavio e Gabriele. Gli ASO costruiscono paesaggi sonori fatti di riverberi infiniti, feedback, bassi distorti e spoken word. Dal 2021 stanno portando nel nord Italia una manciata di brani nati da jam session lunghe, viscerali, sincere. I testi, rigorosamente in italiano, guardano all’alternative anni ’90 e al cantautorato contemporaneo, raccontando frammenti dell’entroterra lecchese: desolazione, provincia, crepe quotidiane. Il 28 febbraio 2025 pubblicano il loro primo album, “PANORAMA”: 11 tracce, 55 minuti di immersione nel sottosuolo del post-rock, aperto a contaminazioni di ogni tipo.


AMO NOISE non è una scena. È un segnale.
Un’onda che parte dal basso, dalla provincia, dal rumore. E questa volta non vuole più essere ignorata.

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martedì 9 dicembre 2025

Dal rap al pop punk: Silly Sam racconta i suoi Punti di svista


Con Punti di svista, il primo EP di Silly Sam, il cantautore friulano Samuele Buchsbaum – classe 2002 – mette in mostra un percorso di ricerca sonora autentica, dove sonorità e timbriche eterogenee si fondono in un racconto personale e diretto. Ogni brano diventa un mondo a sé, modellato a partire dall’emozione che lo genera, e la penna di Silly Sam si trasforma, di volta in volta, in rasoio, piuma o plettro. Il risultato è un viaggio sonoro che si muove con naturalezza tra influenze pop punk, nu metal e punk rock, attraversando errori, fame, incertezze e il caleidoscopico sguardo di un ragazzo di vent’anni che prova a raccontarsi senza filtri.

Con attenzione ai testi e alle metriche, Silly Sam costruisce canzoni capaci di colpire e far riflettere, mescolando il flow del rap con la potenza del pop punk. Un approccio che gli ha permesso di entrare nelle playlist editoriali di Spotify sanguegiovane e New Music Friday Italia, confermandolo come una voce emergente della nuova scena italiana.

Tracklist

1. Rimembranze


2. Antifragile


3. Backstabbers


4. Corri corri


5. Non ho tempo


6. C6TU


7. Non ho tempo (versione acustica)



Prossime date del Dammi un secondo Tour

19 dicembre – Mamamu, Napoli [con i NoDRIP]

21 dicembre – Pank Rabbit, Frascati (RM)


Biografia
Silly Sam nasce nella scena hip hop udinese e debutta a Milano nel 2020, unendo metriche rap a nuove sonorità pop punk. Nei suoi testi, affilati come rasoi, affronta temi socialmente scomodi, portando positività e ottimismo a chi si sente “sbagliato” e combattendo pregiudizi e critiche.

Dal 2020 ad oggi, ha accumulato esperienza sul palco tra Nord e Centro Italia, partecipando a serate ed eventi come Emo Night, Punk Rock Night, Pop Punk Mosh Party, That’s so Emo!, FestivalPark, Bloc Freaks e All The Punx Kids, condividendo il palco con band e artisti come Sunset Radio, WEL, xDiemondx, Il Pagante, Eyes Set to Kill, Psycho Village e Logan17. Parallelamente, conduce il programma “Punk it Up” su Radio Tausia.

Dopo il primo vero tour, il PRIMƏVERƏ TOUR del 2024, nel 2025 Silly Sam continua il suo percorso con il Dammi un secondo Tour, confermandosi tra le nuove voci più interessanti della scena pop punk italiana

Ascolta "Punti di Svista"


sabato 6 dicembre 2025

LOWINSKY Opening act for the Babyshambles (Leeds, Dec. 7th)


Lowinsky mettono a segno un colpo che profuma di storia, amicizia e rock’n’roll sincero: il 7 dicembre saranno loro ad aprire il live dei Babyshambles a Leeds, condividendo il palco con una delle band che più ha segnato la loro formazione e il loro immaginario musicale.

Un invito speciale, arrivato in modo naturale e quasi disarmante, che racconta bene il rapporto che da anni lega la band italiana a Drew McConnell. Non si tratta solo di un opening slot: è la celebrazione di una relazione artistica e umana nata quasi dieci anni fa e cresciuta a colpi di viaggi, collaborazioni, chiacchiere infinite e affetto reale.


Tutto inizia quando Drew arriva per la prima volta in Italia come Helsinki, ospite dell’“Exhibition Night Festival” di Bergamo su invito di Carlo Pinchetti e Linda Gandolfi. Quella che doveva essere un’apparizione isolata si trasforma presto in un legame stabile: serate condivise, nuove idee, un’intesa spontanea che nel 2023 si concretizza anche in un 7” split in edizione limitata, con la malinconica “Doppio Gioco” dei Lowinsky e la rockeggiante “Homo Nymph” di Helsinki.

E quando arriva la chiamata per Leeds, Drew fa le cose “alla Drew”: zero formalità, tanto cuore e un’ironia che è ormai linguaggio comune tra amici. Il messaggio che accompagna l’invito è già leggenda:

> “…and if you feel fruity play a couple of songs.”



Tutto qui. Fiducia totale, nessun ego, solo la voglia di condividere un palco come si condividono le cose che contano davvero.


Per celebrare l’annuncio, Lowinsky condividono anche un contenuto speciale: un estratto dalla loro recente ospitata a Bassa Fedeltà On Air, negli studi di Radio Pianeta. Una performance intima e vibrante, intervallata da chiacchiere sulla band, sul loro percorso e sulla promozione di "Alice inizia a capire", il loro ultimo lavoro discografico.

Guarda Lowinsky live @ Bassa Fedeltà On Air, Radio Pianeta.





Guarda il video ufficiale di “Brucia”.




venerdì 5 dicembre 2025

Baïonnette – Il duo hardcore francese che trasforma il caos in verità Score A/V presenta la loro prima live session


Nessun replay. Nessun compromesso. Solo rumore.
È con questo manifesto che Score A/V presenta la prima live session dei Baïonnette, duo chaotic hardcore francese nato da istinto, amicizia e un’urgenza creativa impossibile da ignorare.

Baïonnette nasce dall’incontro tra Alex Diaz (The Prestige, New Favourite) e Florian Urbaniak (Junon/General Lee, Ipkiss). Due musicisti che hanno scelto di mettere da parte qualsiasi pretesa di perfezione per inseguire qualcosa di più viscerale: il momento puro, la scintilla emotiva, l’imprevisto che accende una performance reale.

Immaginate Heriot che si scontra con The Chariot, un tocco di Nirvana sporco e istintivo, e l’urgenza abrasiva dei Trap Them chiusi in una gabbia MMA.
Ecco l’universo Baïonnette.

Live session come unica forma d’espressione

Nessuno studio. Nessun album. Nessun singolo.

Solo sessioni live registrate in luoghi insoliti, imprevedibili, spesso scomodi. Riprese ruvide, ritocchi minimi, il suono lasciato respirare come nasce: irregolare, imperfetto, vero.


Ogni take è un evento irripetibile.
Ogni errore è materia viva.
Ogni colpo, ogni feedback, ogni urlo rimangono così come sono, perché fanno parte della verità del progetto.

«Questo progetto è nato tra altri progetti più ragionati. Sentivamo il bisogno di suonare veloce e grezzo, liberando energia senza prigioni mentali. È diventata quasi una scommessa: se qualcosa sembrava impossibile, allora significava che dovevamo farlo nella sessione successiva
— Florian Urbaniak

«Lo studio è comfort, pantofole. Hai una rete di sicurezza, specialmente con il digitale. Ma gli errori ci rendono umani. Le produzioni di oggi sono tagliate al millisecondo, super lucide — gradevoli, certo — però per me la musica estrema vive nell’incidente, nella performance, nell’incertezza
— Alex Diaz

Baïonnette: pura emozione x suono grezzo x vita reale

Niente filtri. Nessun artificio.
Solo due persone che trasformano l’istinto in impatto sonoro.

La loro prima live session è disponibile ora su scoreav.com, dove Score A/V porta avanti una ricerca radicale su cosa significhi catturare musica nella sua forma più verace.

Baïonnette non vuole convincerti.
Vuole scuoterti.
E ci riesce benissimo.

Guarda il video 






DUSTY EYES – “ECHOCHAMBER” NELLE ZONE OSCURE DELLA MENTE


Con “Echochamber”, i Dusty Eyes tornano con un singolo che scava nelle crepe dell’esperienza umana, là dove la percezione si sfuma, si distorce, si confonde. Un brano che respira dark wave, pulsa di post-punk essenziale e porta con sé un immaginario sonoro sospeso tra malinconia, inquietudine e introspezione. Riff scuri, struttura minimale, un tocco di 80s cinematografico: tutto concorre a costruire un viaggio nella mente, tra echi che rimbalzano e silenzi che finalmente chiariscono.

L’“echo chamber” di cui parla la band è una stanza chiusa, mentale, emotiva. Uno spazio dove i pensieri si moltiplicano fino a smarrire il loro significato.
“In your echochamber of voices so loud, lost in the reverbs” cantano, raccontando quella condizione in cui le pressioni esterne, il rumore, le aspettative e le paure sovrapposte rendono impossibile distinguere il vero dal riflesso. “Clarity is hard to find”: una frase che diventa manifesto di questa epoca confusa, fatta di sovraccarico sensoriale e continue interferenze.

Ma all’interno di questo labirinto mentale, “Echochamber” lancia un invito: fare spazio. Riconoscere ciò che intrappola la nostra voce, ciò che amplifica inutilmente il caos, ciò che ci impedisce di sentire davvero.
“Free from the gum walls that trap our voice, laying in the silence that never lies”.
È proprio il silenzio, in questo brano, a diventare un luogo di verità: la soglia da cui ripartire per ritrovare una direzione, un respiro più puro, “a pure sigh”.

Ad amplificare l’atmosfera claustrofobica e ipnotica del pezzo arriva anche un videoclip tratto da una performance live: essenziale, crudo, diretto. Nessuna costruzione superflua, solo la band in uno spazio ridotto, lasciando che l’energia del palco restituisca la natura più autentica del brano.

Chi sono i Dusty Eyes

I Dusty Eyes nascono nel 2021 a Latina dall’incontro tra Alessandro Duprè (voce) e Andrea Giovanetti (batteria). Al nucleo originario si uniscono poi Daniele Todino al basso e Filippo Franzè alla chitarra, ampliando e contaminando la scrittura del progetto. Il loro stile affonda le radici nel post-punk e nell’alternative rock, ma porta ancora con sé un filo di immaginario country-folk, residuo del primo approccio compositivo della band. Non a caso, il nome Dusty Eyes richiama la polvere degli scavati dell’America rurale: un simbolo di ricerca, fatica, autenticità.

Con “Echochamber”, la band conferma la propria capacità di intrecciare introspezione e tensione sonora, consegnando un pezzo che parla dei nostri luoghi interiori più fragili, dove il rumore confonde, ma il silenzio — finalmente — rivela.

Ascolta “Echochamber”


  1. https://youtu.be/LIpkwGMmxEk?feature=shared

giovedì 4 dicembre 2025

LOW-L FEST 2026 19–20–21 giugno 2026 – TOO, Via 24 Maggio 51, Piacenza Il festival punk indipendente che non sapevi di aspettare


Tre giorni, un unico impulso: vivere la musica come atto collettivo, sudato, necessario. LOW-L FEST torna nel 2026 con un’edizione che promette scintille, rotturel, salti nel vuoto e atterraggi condivisi. Dal 19 al 21 giugno, il TOO di Piacenza si trasformerà in un concentrato di chitarre, sudore, rumore, vibrazioni e comunità: un luogo dove la scena non si guarda allo specchio, ma si riconosce negli abbracci sotto palco.

Il festival, ormai punto fermo per chi cerca autenticità e zero compromessi, si prepara a una line-up che sarà annunciata a breve, ma che già adesso sta alimentando le aspettative della scena italiana ed europea. LOW-L FEST non è solo un cartellone di band: è un habitat, una micro-società temporanea dove l’unica regola è portare te stesso e lasciarti coinvolgere.8

Per chi vuole esserci fin dall’inizio — senza farsi troppe domande — è già disponibile il THREE-DAY PASS Early Bird in tiratura limitata. Una sorta di blind ticket: entri sulla fiducia, perché se conosci LOW-L FEST sai che non serve altro.

ACQUISTA IL PASS 3 GIORNI (solo su Bigcartel):
link fornito dall’organizzatore

E per chi preferisce programmare la propria calata a Piacenza giornata per giornata, SINGLE DAY TICKETS in arrivo a breve, solo su Dice.u

Perché LOW-L FEST non rincorre trend: li abbatte e ci danza sopra.

Perché negli anni si è costruito una reputazione con il solo potere delle band e della community.

Perché è uno dei pochi festival italiani capaci di mantenere un’identità chiara: DIY quando serve, professionale quando è necessario, emotivo sempre.

Perché la musica dal vivo, qui, è ancora un rito e non un format.


Segna le date, allena il collo, prepara il cuore.
LOW-L FEST 2026 sta arrivando, e sarà impossibile restarne fuori.

LOW-L FEST 2026
19-20-21 Giugno 2026 TOO Via 24 Maggio 51 (Piacenza)

THREE-DAY PASS - EARLY BIRD RELEASE - (only on Bigcartel):

SINGLE DAY TICKETS out soon (only on Dice): https://dice.fm/

mercoledì 3 dicembre 2025

THE FRAGMENTS tornano con il nuovo video: “The Love Gap” tratto dal prossimo album “Sketchbook”




Dopo anni di silenzio e attese,i The Fragments rimettono in moto i propri amplificatori e tornano a bussare alla porta del rock’n’roll con “The Love Gap”, nuovo singolo accompagnato da un videoclip tanto semplice quanto incisivo. Il brano è il manifesto perfetto della loro identità: un rock diretto, vissuto sulla pelle, che vede nella musica non solo un passatempo, ma un atto necessario di sopravvivenza emotiva, un luogo dove condividere ferite, speranze e verità mai del tutto dette.

GUARDA IL VIDEO:





Chi sono sono i The Fragments

The Fragments sono quattro musicisti che arrivano da storie precedenti, da band che non esistono più ma che hanno lasciato cicatrici utili a costruire qualcosa di nuovo. Sono Pete Curtis (voce e chitarra), Luka “Crazy Arms” (batteria e cori), Ruggi Clifton (chitarra solista) e Martin Shlabotnik (basso): non un progetto improvvisato, ma la volontà ostinata di continuare a scrivere musica quando sarebbe stato più semplice smettere.

Come suonano? Immaginate i Ramones che inciampano nei Replacements, mentre l’ombra malinconica di Scott Walker colora ogni parola. Un punk rock asciutto, sincero, senza fronzoli, che convive con un dark folk ruvido e introspettivo. Canzoni brevi, taglienti, capaci di sembrare confessioni personali e poi deragliare nell’assurdo. Perché quando la sostanza c’è, la forma può anche permettersi di non chiedere permesso.

Il nuovo album, “Sketchbook”, è un piccolo grande paradosso: dieci tracce, un “brevissimo full length”, come lo definisce la band. Un lavoro fatto di radici e mutazioni, nato dal puro desiderio di suonare, registrare, trasformare. Il disco somiglia a un taccuino pieno di idee: appunti sonori che prendono spunto da outtake e b-side di giganti come Beach Boys, Fleetwood Mac o Dave Clark Five, riarrangiati con più graffi, più rumore e – soprattutto – più Fragments. Non un tributo, ma un gesto di amore verso la musica che li ha cresciuti.

Accanto ai riarrangiamenti, Sketchbook contiene tre brani originali che definiscono la nuova identità della band:

“Ask for the Moon” – Un country sbilenco, imprevisto, che inciampa e riparte.

“Come Back Belt” – Una ballata che si toglie la maschera del punk e mostra finalmente la maturità sotto la superficie.

“The Love Gap” – La canzone cardine, la scintilla che tiene insieme tutto il progetto.


“The Love Gap”: tragicommedia rock

Il nuovo video mette in scena un protagonista in perenne rincorsa verso qualcosa che sembra salvarlo, ma che non riconosce mai del tutto. È quel vuoto tra ciò che siamo e ciò che crediamo di dover essere: il love gap, la distanza tra la felicità e la capacità di fermarsi a guardarla quando accade davvero. È ironico, è triste, è umano. Proprio come la vita quando, invece di cedere, decidi ostinatamente di continuare a correre.

> “Non siamo né vecchi né giovani: siamo persone che lottano per riuscire a trovarsi in sala prove... Ci chiamiamo The Fragments perché siamo i pezzi di quello che eravamo anni fa — spensierati, spavaldi, convinti che tutto sarebbe durato per sempre.”

Dopo “The Hurt Never Goes Away” (2021), “Retro Gamer” e “Stories Untold”, The Fragments tornano con più consapevolezza, più lucidità, e una direzione chiara: un EP di soli brani originali previsto per il 2026, già in lavorazione.

Il passato non torna, ma può essere un’ottima materia prima. The Fragments lo sanno bene: raccolgono ciò che resta, lo mescolano al presente, e ci ricordano che il rock’n’roll non è nostalgia — è resistenza.

Questo è solo l’inizio.


GUACAMAYA – ONLINE IL VIDEO UFFICIALE DI “IO NON SUONO PER TE” IL MANIFESTO PUNK DELL’AUTENTICITÀ

I Guacamaya tornano a colpire. È online il video ufficiale di “Io Non Suono Per Te”, il singolo che ha anticipato l’uscita del nuovo album Come Bussole Senza Rotta, e che riporta la band nuovarese al centro della scena indipendente con la loro inconfondibile miscela di folk, punk rock e urgenza espressiva.

GUARDA IL VIDEO:





Affidato alla regia di Andy Ramponi – che firma anche fotografia e montaggio – il video trasforma l’ironia corrosiva del brano in una sequenza di immagini ad alto impatto simbolico. Contrasti visivi, sguardi diretti in camera, figure che sfuggono a qualsiasi ruolo prestabilito: tutto concorre a restituire la condizione spesso paradossale dei musicisti indipendenti, costantemente in bilico tra aspettative esterne, precarietà creativa e necessità di restare fedeli a ciò che si è.

Ramponi veste “Io Non Suono Per Te” di un linguaggio pressoché cinematografico, esaltando l’essenza del brano: una dichiarazione identitaria più che un rifiuto, un’affermazione fiera di indipendenza emotiva, politica ed estetica.

Non è un muro eretto contro qualcuno. È un atto di autodeterminazione.

Io Non Suono Per Te” non è solo un singolo: è una chiave interpretativa dell’intero disco. Come Bussole Senza Rotta è un album che si muove fra folk resistente, cantautorato militante, punk rock e hardcore, arricchito dalla partecipazione di voci e volti importanti della scena italiana come Daniele Coccia, Marino Severini, Path e Dj Myke.

Un lavoro che indaga le contraddizioni del presente, le nostre fragilità, il senso di smarrimento quotidiano e quella forza ostinata che ci impedisce di mollare. Le canzoni dei Guacamaya respirano rabbia e consapevolezza, ma anche ironia, speranza e un’energia politica che non ha mai perso mordente.


ASCOLTA L’ALBUM:

Un nuovo capitolo per una band che ha fatto della coerenza la propria bussola

Nati dalle radici anarcopunk dei Fuckoceri, attivi dal 2003, pluripremiati, sempre in viaggio tra Italia ed Europa, i Guacamaya sono una delle realtà più longeve e autentiche del panorama indipendente. Dalle produzioni DIY ai riconoscimenti ufficiali, dai tour internazionali ai progetti sociali – come il finanziamento della scuola dedicata a Vittorio Arrigoni a Gaza – la loro storia è un continuo intreccio tra musica, attivismo, poesia e lotta.

Come Bussole Senza Rotta non è un ritorno: è una ripartenza.
“Io Non Suono Per Te” è il grido da cui ricominciare.

martedì 2 dicembre 2025

WILLY WONKA WAS WEIRD “RIFLESSO” – IL NUOVO ALBUM CHE METTE A NUDO L’ANIMA DI UN ARTISTA IN TRASFORMAZIONE Uscita: 2 dicembre 2025 – Karma Field Records


Un disco che non chiede attenzione: la pretende. Riflesso, il nuovo album di Willy Wonka Was Weird, arriva il 2 dicembre 2025 e segna l'inizio della collaborazione con Karma Field Records. È un’opera che parla senza alzare la voce, che non rincorre algoritmi o trend, ma si prende il tempo necessario per raccontare la verità più difficile: quella su sé stessi.

Registrato tra il 2024 e il 2025, Riflesso non è una semplice raccolta di brani, ma un concept autobiografico che attraversa due anni di cambiamenti, terremoti emotivi e passaggi cruciali. Ogni canzone è una tappa, un istante catturato con lucidità chirurgica e una sensibilità che non teme la vulnerabilità. Non esiste un genere dominante: l’album si muove con naturalezza tra acustico, punk, stoner e alternative, ma ciò che resta costante è la temperatura emotiva, sempre alta, mai artificiale.

Riflesso è il momento in cui ti guardi dritto negli occhi e capisci che non sei più la stessa persona. Ho scritto solo quando avevo davvero qualcosa da dire, ho suonato solo quando ne sentivo il bisogno. Ogni nota è un frammento di verità, anche quando fa male.” – Willy Wonka Was Weird

Questa scelta – scrivere solo quando necessario, registrare solo quando inevitabile – ha dato vita a un lavoro sincero, stratificato e senza scorciatoie, pensato per essere ascoltato dall’inizio alla fine, come si fa con un romanzo che non permette salti di capitolo. In un’epoca in cui si consuma musica a velocità smodata, Riflesso è una dichiarazione d’intenti: chi ascolta, resti.

L’album porta la firma tecnica e artistica di Tommaso Mantelli, già noto per le sue collaborazioni con Sick Tamburo, Lingua Serpente, Captain Mantell ed ex Teatro degli Orrori. Registrato al Lesder Studio, Mantelli non si limita alla regia: suona basso e batteria, contribuendo a un’identità sonora compatta e riconoscibile.

L’anima del progetto, però, resta Paolo Modolo – alias Willy Wonka Was Weird – che mette voce e chitarre al servizio di un racconto personale e senza compromessi. Il tutto è ulteriormente arricchito dalle manipolazioni e dalle atmosfere di Richard B. Lewis, che amplia il paesaggio del disco con una fitta trama di effetti e suggestioni.

Un dettaglio che non passa inosservato: in alcuni brani compaiono cori di bambini, i figli dei musicisti coinvolti. Non un vezzo, ma un simbolo: purezza, speranza, innocenza che si affacciano su un mondo adulto fatto di crepe, memoria e ricostruzioni.

L’album è anticipato dal singolo Riflesso, in rotazione radio dal 6 novembre, una porta d’ingresso perfetta al senso complessivo del progetto: guardarsi allo specchio, riconoscersi, accettarsi – o ripartire.


Willy Wonka Was Weird è il percorso solista di Paolo Modolo, già attivo con gli In My June e nella noise/core band Anarcotici.

Debutta nel 2019 con 022016032019 per (R)esisto Distribuzione, ricevendo feedback positivi dalla stampa e affermandosi come una delle voci più personali della scena alternativa italiana. Seguono singoli, live, performance durante la pandemia, e nel 2021 il disco Lasciamoci il nulla per questo infinito, guidato dai singoli Di(o)dio e Cala la nebbia a Sedriano.

Nel mezzo, la partecipazione alla compilation Parlami Per Sempre con la cover Lisa ha 16 anni dei Sick Tamburo, tributo a Elisabetta Imelio.

INFO

Data di uscita: 2 dicembre 2025
Etichetta: Karma Field Records
Distribuzione: tutte le piattaforme digitali
Ufficio stampa: karmafieldrecords@gmail.com Karma Field Records su Linktree

Ascolta "Riflesso"

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Riflesso non è un album che si limita a raccontare un cambiamento. È il cambiamento. E chi lo ascolta non può far altro che specchiarsi dentro.