sabato 6 dicembre 2025

LOWINSKY Opening act for the Babyshambles (Leeds, Dec. 7th)


Lowinsky mettono a segno un colpo che profuma di storia, amicizia e rock’n’roll sincero: il 7 dicembre saranno loro ad aprire il live dei Babyshambles a Leeds, condividendo il palco con una delle band che più ha segnato la loro formazione e il loro immaginario musicale.

Un invito speciale, arrivato in modo naturale e quasi disarmante, che racconta bene il rapporto che da anni lega la band italiana a Drew McConnell. Non si tratta solo di un opening slot: è la celebrazione di una relazione artistica e umana nata quasi dieci anni fa e cresciuta a colpi di viaggi, collaborazioni, chiacchiere infinite e affetto reale.


Tutto inizia quando Drew arriva per la prima volta in Italia come Helsinki, ospite dell’“Exhibition Night Festival” di Bergamo su invito di Carlo Pinchetti e Linda Gandolfi. Quella che doveva essere un’apparizione isolata si trasforma presto in un legame stabile: serate condivise, nuove idee, un’intesa spontanea che nel 2023 si concretizza anche in un 7” split in edizione limitata, con la malinconica “Doppio Gioco” dei Lowinsky e la rockeggiante “Homo Nymph” di Helsinki.

E quando arriva la chiamata per Leeds, Drew fa le cose “alla Drew”: zero formalità, tanto cuore e un’ironia che è ormai linguaggio comune tra amici. Il messaggio che accompagna l’invito è già leggenda:

> “…and if you feel fruity play a couple of songs.”



Tutto qui. Fiducia totale, nessun ego, solo la voglia di condividere un palco come si condividono le cose che contano davvero.


Per celebrare l’annuncio, Lowinsky condividono anche un contenuto speciale: un estratto dalla loro recente ospitata a Bassa Fedeltà On Air, negli studi di Radio Pianeta. Una performance intima e vibrante, intervallata da chiacchiere sulla band, sul loro percorso e sulla promozione di "Alice inizia a capire", il loro ultimo lavoro discografico.

Guarda Lowinsky live @ Bassa Fedeltà On Air, Radio Pianeta.





Guarda il video ufficiale di “Brucia”.




venerdì 5 dicembre 2025

Baïonnette – Il duo hardcore francese che trasforma il caos in verità Score A/V presenta la loro prima live session


Nessun replay. Nessun compromesso. Solo rumore.
È con questo manifesto che Score A/V presenta la prima live session dei Baïonnette, duo chaotic hardcore francese nato da istinto, amicizia e un’urgenza creativa impossibile da ignorare.

Baïonnette nasce dall’incontro tra Alex Diaz (The Prestige, New Favourite) e Florian Urbaniak (Junon/General Lee, Ipkiss). Due musicisti che hanno scelto di mettere da parte qualsiasi pretesa di perfezione per inseguire qualcosa di più viscerale: il momento puro, la scintilla emotiva, l’imprevisto che accende una performance reale.

Immaginate Heriot che si scontra con The Chariot, un tocco di Nirvana sporco e istintivo, e l’urgenza abrasiva dei Trap Them chiusi in una gabbia MMA.
Ecco l’universo Baïonnette.

Live session come unica forma d’espressione

Nessuno studio. Nessun album. Nessun singolo.

Solo sessioni live registrate in luoghi insoliti, imprevedibili, spesso scomodi. Riprese ruvide, ritocchi minimi, il suono lasciato respirare come nasce: irregolare, imperfetto, vero.


Ogni take è un evento irripetibile.
Ogni errore è materia viva.
Ogni colpo, ogni feedback, ogni urlo rimangono così come sono, perché fanno parte della verità del progetto.

«Questo progetto è nato tra altri progetti più ragionati. Sentivamo il bisogno di suonare veloce e grezzo, liberando energia senza prigioni mentali. È diventata quasi una scommessa: se qualcosa sembrava impossibile, allora significava che dovevamo farlo nella sessione successiva
— Florian Urbaniak

«Lo studio è comfort, pantofole. Hai una rete di sicurezza, specialmente con il digitale. Ma gli errori ci rendono umani. Le produzioni di oggi sono tagliate al millisecondo, super lucide — gradevoli, certo — però per me la musica estrema vive nell’incidente, nella performance, nell’incertezza
— Alex Diaz

Baïonnette: pura emozione x suono grezzo x vita reale

Niente filtri. Nessun artificio.
Solo due persone che trasformano l’istinto in impatto sonoro.

La loro prima live session è disponibile ora su scoreav.com, dove Score A/V porta avanti una ricerca radicale su cosa significhi catturare musica nella sua forma più verace.

Baïonnette non vuole convincerti.
Vuole scuoterti.
E ci riesce benissimo.

Guarda il video 






DUSTY EYES – “ECHOCHAMBER” NELLE ZONE OSCURE DELLA MENTE


Con “Echochamber”, i Dusty Eyes tornano con un singolo che scava nelle crepe dell’esperienza umana, là dove la percezione si sfuma, si distorce, si confonde. Un brano che respira dark wave, pulsa di post-punk essenziale e porta con sé un immaginario sonoro sospeso tra malinconia, inquietudine e introspezione. Riff scuri, struttura minimale, un tocco di 80s cinematografico: tutto concorre a costruire un viaggio nella mente, tra echi che rimbalzano e silenzi che finalmente chiariscono.

L’“echo chamber” di cui parla la band è una stanza chiusa, mentale, emotiva. Uno spazio dove i pensieri si moltiplicano fino a smarrire il loro significato.
“In your echochamber of voices so loud, lost in the reverbs” cantano, raccontando quella condizione in cui le pressioni esterne, il rumore, le aspettative e le paure sovrapposte rendono impossibile distinguere il vero dal riflesso. “Clarity is hard to find”: una frase che diventa manifesto di questa epoca confusa, fatta di sovraccarico sensoriale e continue interferenze.

Ma all’interno di questo labirinto mentale, “Echochamber” lancia un invito: fare spazio. Riconoscere ciò che intrappola la nostra voce, ciò che amplifica inutilmente il caos, ciò che ci impedisce di sentire davvero.
“Free from the gum walls that trap our voice, laying in the silence that never lies”.
È proprio il silenzio, in questo brano, a diventare un luogo di verità: la soglia da cui ripartire per ritrovare una direzione, un respiro più puro, “a pure sigh”.

Ad amplificare l’atmosfera claustrofobica e ipnotica del pezzo arriva anche un videoclip tratto da una performance live: essenziale, crudo, diretto. Nessuna costruzione superflua, solo la band in uno spazio ridotto, lasciando che l’energia del palco restituisca la natura più autentica del brano.

Chi sono i Dusty Eyes

I Dusty Eyes nascono nel 2021 a Latina dall’incontro tra Alessandro Duprè (voce) e Andrea Giovanetti (batteria). Al nucleo originario si uniscono poi Daniele Todino al basso e Filippo Franzè alla chitarra, ampliando e contaminando la scrittura del progetto. Il loro stile affonda le radici nel post-punk e nell’alternative rock, ma porta ancora con sé un filo di immaginario country-folk, residuo del primo approccio compositivo della band. Non a caso, il nome Dusty Eyes richiama la polvere degli scavati dell’America rurale: un simbolo di ricerca, fatica, autenticità.

Con “Echochamber”, la band conferma la propria capacità di intrecciare introspezione e tensione sonora, consegnando un pezzo che parla dei nostri luoghi interiori più fragili, dove il rumore confonde, ma il silenzio — finalmente — rivela.

Ascolta “Echochamber”


  1. https://youtu.be/LIpkwGMmxEk?feature=shared

giovedì 4 dicembre 2025

LOW-L FEST 2026 19–20–21 giugno 2026 – TOO, Via 24 Maggio 51, Piacenza Il festival punk indipendente che non sapevi di aspettare


Tre giorni, un unico impulso: vivere la musica come atto collettivo, sudato, necessario. LOW-L FEST torna nel 2026 con un’edizione che promette scintille, rotturel, salti nel vuoto e atterraggi condivisi. Dal 19 al 21 giugno, il TOO di Piacenza si trasformerà in un concentrato di chitarre, sudore, rumore, vibrazioni e comunità: un luogo dove la scena non si guarda allo specchio, ma si riconosce negli abbracci sotto palco.

Il festival, ormai punto fermo per chi cerca autenticità e zero compromessi, si prepara a una line-up che sarà annunciata a breve, ma che già adesso sta alimentando le aspettative della scena italiana ed europea. LOW-L FEST non è solo un cartellone di band: è un habitat, una micro-società temporanea dove l’unica regola è portare te stesso e lasciarti coinvolgere.8

Per chi vuole esserci fin dall’inizio — senza farsi troppe domande — è già disponibile il THREE-DAY PASS Early Bird in tiratura limitata. Una sorta di blind ticket: entri sulla fiducia, perché se conosci LOW-L FEST sai che non serve altro.

ACQUISTA IL PASS 3 GIORNI (solo su Bigcartel):
link fornito dall’organizzatore

E per chi preferisce programmare la propria calata a Piacenza giornata per giornata, SINGLE DAY TICKETS in arrivo a breve, solo su Dice.u

Perché LOW-L FEST non rincorre trend: li abbatte e ci danza sopra.

Perché negli anni si è costruito una reputazione con il solo potere delle band e della community.

Perché è uno dei pochi festival italiani capaci di mantenere un’identità chiara: DIY quando serve, professionale quando è necessario, emotivo sempre.

Perché la musica dal vivo, qui, è ancora un rito e non un format.


Segna le date, allena il collo, prepara il cuore.
LOW-L FEST 2026 sta arrivando, e sarà impossibile restarne fuori.

LOW-L FEST 2026
19-20-21 Giugno 2026 TOO Via 24 Maggio 51 (Piacenza)

THREE-DAY PASS - EARLY BIRD RELEASE - (only on Bigcartel):

SINGLE DAY TICKETS out soon (only on Dice): https://dice.fm/

mercoledì 3 dicembre 2025

THE FRAGMENTS tornano con il nuovo video: “The Love Gap” tratto dal prossimo album “Sketchbook”




Dopo anni di silenzio e attese,i The Fragments rimettono in moto i propri amplificatori e tornano a bussare alla porta del rock’n’roll con “The Love Gap”, nuovo singolo accompagnato da un videoclip tanto semplice quanto incisivo. Il brano è il manifesto perfetto della loro identità: un rock diretto, vissuto sulla pelle, che vede nella musica non solo un passatempo, ma un atto necessario di sopravvivenza emotiva, un luogo dove condividere ferite, speranze e verità mai del tutto dette.

GUARDA IL VIDEO:





Chi sono sono i The Fragments

The Fragments sono quattro musicisti che arrivano da storie precedenti, da band che non esistono più ma che hanno lasciato cicatrici utili a costruire qualcosa di nuovo. Sono Pete Curtis (voce e chitarra), Luka “Crazy Arms” (batteria e cori), Ruggi Clifton (chitarra solista) e Martin Shlabotnik (basso): non un progetto improvvisato, ma la volontà ostinata di continuare a scrivere musica quando sarebbe stato più semplice smettere.

Come suonano? Immaginate i Ramones che inciampano nei Replacements, mentre l’ombra malinconica di Scott Walker colora ogni parola. Un punk rock asciutto, sincero, senza fronzoli, che convive con un dark folk ruvido e introspettivo. Canzoni brevi, taglienti, capaci di sembrare confessioni personali e poi deragliare nell’assurdo. Perché quando la sostanza c’è, la forma può anche permettersi di non chiedere permesso.

Il nuovo album, “Sketchbook”, è un piccolo grande paradosso: dieci tracce, un “brevissimo full length”, come lo definisce la band. Un lavoro fatto di radici e mutazioni, nato dal puro desiderio di suonare, registrare, trasformare. Il disco somiglia a un taccuino pieno di idee: appunti sonori che prendono spunto da outtake e b-side di giganti come Beach Boys, Fleetwood Mac o Dave Clark Five, riarrangiati con più graffi, più rumore e – soprattutto – più Fragments. Non un tributo, ma un gesto di amore verso la musica che li ha cresciuti.

Accanto ai riarrangiamenti, Sketchbook contiene tre brani originali che definiscono la nuova identità della band:

“Ask for the Moon” – Un country sbilenco, imprevisto, che inciampa e riparte.

“Come Back Belt” – Una ballata che si toglie la maschera del punk e mostra finalmente la maturità sotto la superficie.

“The Love Gap” – La canzone cardine, la scintilla che tiene insieme tutto il progetto.


“The Love Gap”: tragicommedia rock

Il nuovo video mette in scena un protagonista in perenne rincorsa verso qualcosa che sembra salvarlo, ma che non riconosce mai del tutto. È quel vuoto tra ciò che siamo e ciò che crediamo di dover essere: il love gap, la distanza tra la felicità e la capacità di fermarsi a guardarla quando accade davvero. È ironico, è triste, è umano. Proprio come la vita quando, invece di cedere, decidi ostinatamente di continuare a correre.

> “Non siamo né vecchi né giovani: siamo persone che lottano per riuscire a trovarsi in sala prove... Ci chiamiamo The Fragments perché siamo i pezzi di quello che eravamo anni fa — spensierati, spavaldi, convinti che tutto sarebbe durato per sempre.”

Dopo “The Hurt Never Goes Away” (2021), “Retro Gamer” e “Stories Untold”, The Fragments tornano con più consapevolezza, più lucidità, e una direzione chiara: un EP di soli brani originali previsto per il 2026, già in lavorazione.

Il passato non torna, ma può essere un’ottima materia prima. The Fragments lo sanno bene: raccolgono ciò che resta, lo mescolano al presente, e ci ricordano che il rock’n’roll non è nostalgia — è resistenza.

Questo è solo l’inizio.


GUACAMAYA – ONLINE IL VIDEO UFFICIALE DI “IO NON SUONO PER TE” IL MANIFESTO PUNK DELL’AUTENTICITÀ

I Guacamaya tornano a colpire. È online il video ufficiale di “Io Non Suono Per Te”, il singolo che ha anticipato l’uscita del nuovo album Come Bussole Senza Rotta, e che riporta la band nuovarese al centro della scena indipendente con la loro inconfondibile miscela di folk, punk rock e urgenza espressiva.

GUARDA IL VIDEO:





Affidato alla regia di Andy Ramponi – che firma anche fotografia e montaggio – il video trasforma l’ironia corrosiva del brano in una sequenza di immagini ad alto impatto simbolico. Contrasti visivi, sguardi diretti in camera, figure che sfuggono a qualsiasi ruolo prestabilito: tutto concorre a restituire la condizione spesso paradossale dei musicisti indipendenti, costantemente in bilico tra aspettative esterne, precarietà creativa e necessità di restare fedeli a ciò che si è.

Ramponi veste “Io Non Suono Per Te” di un linguaggio pressoché cinematografico, esaltando l’essenza del brano: una dichiarazione identitaria più che un rifiuto, un’affermazione fiera di indipendenza emotiva, politica ed estetica.

Non è un muro eretto contro qualcuno. È un atto di autodeterminazione.

Io Non Suono Per Te” non è solo un singolo: è una chiave interpretativa dell’intero disco. Come Bussole Senza Rotta è un album che si muove fra folk resistente, cantautorato militante, punk rock e hardcore, arricchito dalla partecipazione di voci e volti importanti della scena italiana come Daniele Coccia, Marino Severini, Path e Dj Myke.

Un lavoro che indaga le contraddizioni del presente, le nostre fragilità, il senso di smarrimento quotidiano e quella forza ostinata che ci impedisce di mollare. Le canzoni dei Guacamaya respirano rabbia e consapevolezza, ma anche ironia, speranza e un’energia politica che non ha mai perso mordente.


ASCOLTA L’ALBUM:

Un nuovo capitolo per una band che ha fatto della coerenza la propria bussola

Nati dalle radici anarcopunk dei Fuckoceri, attivi dal 2003, pluripremiati, sempre in viaggio tra Italia ed Europa, i Guacamaya sono una delle realtà più longeve e autentiche del panorama indipendente. Dalle produzioni DIY ai riconoscimenti ufficiali, dai tour internazionali ai progetti sociali – come il finanziamento della scuola dedicata a Vittorio Arrigoni a Gaza – la loro storia è un continuo intreccio tra musica, attivismo, poesia e lotta.

Come Bussole Senza Rotta non è un ritorno: è una ripartenza.
“Io Non Suono Per Te” è il grido da cui ricominciare.

martedì 2 dicembre 2025

WILLY WONKA WAS WEIRD “RIFLESSO” – IL NUOVO ALBUM CHE METTE A NUDO L’ANIMA DI UN ARTISTA IN TRASFORMAZIONE Uscita: 2 dicembre 2025 – Karma Field Records


Un disco che non chiede attenzione: la pretende. Riflesso, il nuovo album di Willy Wonka Was Weird, arriva il 2 dicembre 2025 e segna l'inizio della collaborazione con Karma Field Records. È un’opera che parla senza alzare la voce, che non rincorre algoritmi o trend, ma si prende il tempo necessario per raccontare la verità più difficile: quella su sé stessi.

Registrato tra il 2024 e il 2025, Riflesso non è una semplice raccolta di brani, ma un concept autobiografico che attraversa due anni di cambiamenti, terremoti emotivi e passaggi cruciali. Ogni canzone è una tappa, un istante catturato con lucidità chirurgica e una sensibilità che non teme la vulnerabilità. Non esiste un genere dominante: l’album si muove con naturalezza tra acustico, punk, stoner e alternative, ma ciò che resta costante è la temperatura emotiva, sempre alta, mai artificiale.

Riflesso è il momento in cui ti guardi dritto negli occhi e capisci che non sei più la stessa persona. Ho scritto solo quando avevo davvero qualcosa da dire, ho suonato solo quando ne sentivo il bisogno. Ogni nota è un frammento di verità, anche quando fa male.” – Willy Wonka Was Weird

Questa scelta – scrivere solo quando necessario, registrare solo quando inevitabile – ha dato vita a un lavoro sincero, stratificato e senza scorciatoie, pensato per essere ascoltato dall’inizio alla fine, come si fa con un romanzo che non permette salti di capitolo. In un’epoca in cui si consuma musica a velocità smodata, Riflesso è una dichiarazione d’intenti: chi ascolta, resti.

L’album porta la firma tecnica e artistica di Tommaso Mantelli, già noto per le sue collaborazioni con Sick Tamburo, Lingua Serpente, Captain Mantell ed ex Teatro degli Orrori. Registrato al Lesder Studio, Mantelli non si limita alla regia: suona basso e batteria, contribuendo a un’identità sonora compatta e riconoscibile.

L’anima del progetto, però, resta Paolo Modolo – alias Willy Wonka Was Weird – che mette voce e chitarre al servizio di un racconto personale e senza compromessi. Il tutto è ulteriormente arricchito dalle manipolazioni e dalle atmosfere di Richard B. Lewis, che amplia il paesaggio del disco con una fitta trama di effetti e suggestioni.

Un dettaglio che non passa inosservato: in alcuni brani compaiono cori di bambini, i figli dei musicisti coinvolti. Non un vezzo, ma un simbolo: purezza, speranza, innocenza che si affacciano su un mondo adulto fatto di crepe, memoria e ricostruzioni.

L’album è anticipato dal singolo Riflesso, in rotazione radio dal 6 novembre, una porta d’ingresso perfetta al senso complessivo del progetto: guardarsi allo specchio, riconoscersi, accettarsi – o ripartire.


Willy Wonka Was Weird è il percorso solista di Paolo Modolo, già attivo con gli In My June e nella noise/core band Anarcotici.

Debutta nel 2019 con 022016032019 per (R)esisto Distribuzione, ricevendo feedback positivi dalla stampa e affermandosi come una delle voci più personali della scena alternativa italiana. Seguono singoli, live, performance durante la pandemia, e nel 2021 il disco Lasciamoci il nulla per questo infinito, guidato dai singoli Di(o)dio e Cala la nebbia a Sedriano.

Nel mezzo, la partecipazione alla compilation Parlami Per Sempre con la cover Lisa ha 16 anni dei Sick Tamburo, tributo a Elisabetta Imelio.

INFO

Data di uscita: 2 dicembre 2025
Etichetta: Karma Field Records
Distribuzione: tutte le piattaforme digitali
Ufficio stampa: karmafieldrecords@gmail.com Karma Field Records su Linktree

Ascolta "Riflesso"

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Riflesso non è un album che si limita a raccontare un cambiamento. È il cambiamento. E chi lo ascolta non può far altro che specchiarsi dentro.


REGROWTH: “A Story Worth Listening To”, il nuovo album della band hardcore italiana che dà voce a una generazione sull’orlo del collasso


C’è un momento nella vita di ogni scena in cui smettono di parlare gli slogan e iniziano a parlare le ferite. Per l’hardcore italiano, questo momento ha un nome: Regrowth. Con il nuovo album “A Story Worth Listening To”, il quintetto sardo firma un lavoro che non è semplicemente un disco, ma un atto d’accusa, un grido collettivo, un requiem per una generazione cresciuta tra promesse infrante e incendi reali.

Disponibile ora su tutte le piattaforme digitali, “A Story Worth Listening To” è un full-length di undici tracce che mette al centro la grande frattura emotiva dei Millennials: cresciuti nel mito del futuro e diventati adulti tra guerre, crisi climatica, disastri ambientali, specismo, alienazione sociale e un capitalismo che sembra aver smarrito ogni barlume di umanità. Qui non c’è spazio per l’evasione: ogni canzone è una dichiarazione di intenti, una domanda urgente senza risposta, un interrogativo che tormenta e divide. Chi è davvero il cattivo nella storia? E soprattutto: questa storia vale davvero la pena ascoltarla? La risposta, per la band, è un sì urlato a pieni polmoni.


Se il precedente “Lungs” affondava nella dimensione intima della sofferenza personale, “A Story Worth Listening To” allarga lo sguardo e trasforma la vulnerabilità in militanza emotiva. I Regrowth non si limitano a raccontare il disagio: lo incarnano, lo vivono, lo scaraventano addosso all’ascoltatore in una forma che mescola disperazione, rabbia e consapevolezza politica.

Il risultato è una creatura musicale feroce e malinconica, figlia diretta della nuova wave hardcore/metalcore ma con una personalità scolpita da anni di evoluzioni, prove dal vivo e singoli – Fragment, Cover Me With Flames, Against Me – che hanno definito la traiettoria del gruppo verso un sound maturo, stratificato e riconoscibilissimo.

Il disco è stato registrato e mixato da Lorenzo Mariani all’Overcore Studio, mentre il mastering porta la firma pesante di Brad Boatright (Audiosiege, Portland), nome che basta da solo a collocare il progetto nello stesso universo sonoro di alcune tra le più rilevanti realtà hardcore e metal contemporanee.

La direzione artistica e visiva segue lo stesso immaginario apocalittico: la grafica di Sebastian Mocci e i video diretti da Marco Camarda e Paolo Angelo Loi costruiscono un universo distopico che non ha nulla di fantascientifico — è semplicemente il mondo in cui viviamo, solo con la verità tolta dal silenziatore.

Guarda i video:




Dalla nascita nel 2016 passando per l’EP d’esordio, il primo full “Lungs”, lo split Fast Music For Sad People e un’escalation di concerti che ha portato la band sui palchi italiani, europei e statunitensi — con tappe clamorose come il Venezia Hardcore Fest e il The Fest di Gainesville — i Regrowth hanno trasformato il loro motto in una dichiarazione esistenziale.

Non è solo musica veloce per persone tristi.
È musica urgente per persone che non accettano più di essere spettatori del proprio futuro.

La band è già al lavoro su un terzo album e sta pianificando nuovi tour europei e oltre oceano. Non è un vezzo, è una missione: portare “A Story Worth Listening To” ovunque ci sia qualcuno che si sente sospeso tra la rassegnazione e il bisogno di reagire.

Con questo disco, i Regrowth non si limitano a raccontare una storia: la impongono.
E sì, è davvero una storia che vale la pena ascoltare — perché parla di noi, delle nostre paure, dei nostri errori e di quella speranza testarda che continua, contro ogni logica, a pulsare.

Fast Music For Sad People.
For real.

BIOGRAFIA

I Regrowth sono una band Metalcore/Melodic-Hardcore nata nel 2016 con sede operativa a Cagliari, Italia. Ispirati dalla nuova wave hardcore e metalcore i cinque pubblicano nel 2018, dopo alcuni assestamenti nella formazione originale, il loro primo EP “This Time I’m No Longer Alone”. Dopo varie apparizioni in moltissimi show locali, nel 2020 i Regrowth pubblicano il singolo “Wilt”, seguito da uno split ep con le band “Quercia” e “Riflesso” dal nome “Fast Music For Sad People”, slogan e bandiera del quintetto. Il 2020 vede anche la pubblicazione del loro primo full-lenght “Lungs”. Tra il 2023 vengono rilasciati un ep chiamato “Insecurities & Uncertainties” e i singoli “Fragment”, “Cover Me With Flames” e “Against Me”. Il 2023 è anche l’anno di un mini-tour Italiano e di un Tour Europeo di 11 date coronato con la partecipazione al Venezia Hardcore Fest. Nel 2024 la band ha calcato diversi palchi della Florida con il culmine al “The Fest” che si svolge ogni anno a Gainesville.

Fast Music For Sad People.


lunedì 1 dicembre 2025

MARY WAS A MACHINE FUORI IL NUOVO ALBUM DAMNATIO MEMORIAE ASCOLTA IL NUOVO SINGOLO CONFESSION


Con Damnatio Memoriae, i Mary Was A Machine firmano il capitolo più ambizioso e stratificato della loro storia artistica. Il nuovo album dell’alternative metal band è finalmente disponibile su tutte le piattaforme digitali, anticipato dal singolo Confession e prodotto da Jarno Bellasio presso i Theorem Studio.

Aprire un disco è una dichiarazione d’intenti, e i Mary Was A Machine lo sanno bene. Confession non è solo il brano inaugurale del nuovo album, ma una porta spalancata sul passato della band, rivisitata con nuove consapevolezze e nuove ferite.

È uno dei pezzi più vecchi del nostro repertorio, reinterpretato e rinnovato per diventare l’opener ideale” racconta la band.
Tornare a questo brano significa guardare negli occhi ciò che eravamo, ma senza subirlo. Nel testo convivono ansia, pensieri intrusivi, paura di non appartenere a niente e il desiderio disperato di fermarsi, respirare e ritrovare un posto nel mondo.”

Il risultato è un’esplosione emotiva crescente: un brano inquieto, vulnerabile, a tratti soffocante, che però non rinuncia alla speranza. Una confessione che diventa rito di passaggio, fondamento dell’universo sonoro e tematico di Damnatio Memoriae.

Dopo aver disseminato indizi lungo il percorso con Thorns, About You, About Me, Alien e April’s Days, i Mary Was A Machine arrivano alla loro opera più completa. Damnatio Memoriae è un album che non chiede il permesso: prende per mano, trascina nel baratro, e poi spinge a riemergere.

È un punto di arrivo, ma anche una ripartenza. È nato passo dopo passo, mentre cercavamo un senso alle cose che viviamo” affermano.
È il nostro disco più pieno: ci sono atmosfere pesanti, malinconiche, parti intime, momenti diretti e sezioni più complesse. Ogni brano è un’emozione incastrata nella memoria.”

Ed è proprio la memoria — fragile, imprecisa, ingombrante — a diventare il centro concettuale del disco. L’immagine della suora, scelta come visual del progetto, è il simbolo di un’identità repressa, di emozioni rinchiuse nella tonaca come in un involucro che protegge e soffoca allo stesso tempo.

Ogni suora, una donna.
Ogni donna, un’emozione.
Ogni emozione, un residuo impossibile da cancellare.

Damnatio Memoriae diventa così una lotta contro l’oblio, un album che scava tra le macerie e pretende risposta.


La band non ha dubbi: questo album non chiude una parentesi — la rompe.

Non è un tentativo di dimenticare, ma il gesto opposto: ricordare, accettare, sopravvivere. È il suono di chi stringe i denti, di chi rimette insieme i frammenti senza la sicurezza di un lieto fine ma con la necessità, urgente e carnale, di esistere.

E se questo è solo l’inizio, allora vale la pena restare in ascolto.




Mary Was A Machine non cancellano la memoria. La incendiano. E dalle fiamme, promettono, nascerà qualcos’altro.

Differènce – a dirty pop duo “GENERAZIONE DI MEZZO” Un manifesto stoner e ironico per chi è cresciuto negli anni ’90



C’è una linea sottile che separa chi ha visto nascere il futuro senza potercisi davvero accomodare. Una frattura generazionale in cui il tempo si è accartocciato, trasformando l’infanzia analogica in un’età adulta digitale, senza istruzioni per l’uso. È proprio lì, in quello spazio sospeso, che si piazza “Generazione di Mezzo”, il nuovo singolo dei Differènce, duo sporco, ruvido e sardonico del panorama dirty pop italiano.

Più che una canzone, è una dichiarazione esistenziale: uno sguardo spietato e insieme affettuoso su chi è cresciuto tra Walkman e connessioni 56k, bombardato da promesse di prosperità e futuro radioso, salvo poi ritrovarsi con l’ansia del millennio, la paura delle guerre in diretta e l’odore acre delle contraddizioni sociali. È la generazione con troppe chiavi del passato in tasca e nessuna serratura funzionante nel presente.

I Differènce affondano le mani in quel decennio incandescente, quando tutto sembrava possibile e allo stesso tempo profondamente fragile. Gli anni delle VHS consumate, dei pomeriggi al citofono, del primo Internet che entrava nelle case come un fuoco inesplorato, capace di incendiare abitudini, linguaggi, relazioni.

La “generazione di mezzo” è quella che ha visto il mondo accelerare senza aver mai chiesto il biglietto. Non abbastanza anziana per rimanere aggrappata al passato, non abbastanza pronta per tuffarsi nel futuro. E i Differènce, con il loro stile stoner, sporco e ironico, ne raccontano lo spaesamento trasformandolo in carburante sonoro.

“Generazione di Mezzo” non cerca di offrire soluzioni. Preferisce restituire una sensazione: quella malinconia lucida di chi è diventato adulto senza accorgersene, passando dalla promessa all’assenza in un battito di modem. Chitarre dense, groove rugginosi e una scrittura pungente diventano strumenti per raccontare non un fallimento, ma una sopravvivenza collettiva.

Non c’è rabbia fine a sé stessa. C’è ironia, quella buona, quella che ti fa sorridere mentre riconosci una ferita. Un modo intelligente per dire che sì, forse ci siamo persi qualcosa per strada — ma in quella perdita siamo diventati unici.


Bio:

Differènce – a dirty pop duo nasce nel 2011 dall’incontro tra Maurizio Lollobrigida ed Enrico Strina, rispettivamente fonico e ricercatore precario, entrambi nerd nell’accezione più Weezer del termine. Il duo affonda le sue radici nel grunge, nel blues acido e in quel pantheon sporco e potentissimo composto da Nirvana, Pixies, Verdena, Black Sabbath, Grand Funk Railroad, White Stripes e lo stoner più odierno.

Hanno calcato palchi insieme a Linea 77, Giorgio Canali, Andrea Ruggiero, Electric Superfuzz, Sadside Project, portando ovunque la loro formula autarchica: scrittura, registrazione e missaggio in casa, senza filtri né mediazioni.

Discografia essenziale:

Solo le immagini EP (2010)

Differènce (2011)

Agosto Divide (2014)

Effecinque (2017)

Lavandino EP (2019)

Ti pare ancora poco? EP (2020)


Dopo una serie di lavori brevi e chirurgici, sono al lavoro sul nuovo album “Al centro di cose sensazionali”, previsto nel 2026.Ie

“Generazione di Mezzo” è un piccolo grande manifesto di identità. Una canzone che non cerca di spiegare il mondo, ma lo attraversa con la consapevolezza di chi ha imparato a stare in piedi mentre tutto cambiava sotto i piedi. È un pezzo che parla degli anni ’90, ma soprattutto parla di noi — di chi c’era, di chi non sa più dove stare, e di chi non ha smesso, nonostante tutto, di cercare una direzione.

Un ascolto necessario.
Un sorriso amaro che fa bene.
Una generazione che finalmente ha una voce.

Differènce – a dirty pop duo
La sporca poesia di chi resta, anche se nessuno gli ha detto come fare.